Si erano conosciuti nel novembre di un anno fa attraverso la rete, su facebook.
Lui 25enne, lei poco più di 13 anni, si conobbero personalmente e, dopo alcune passeggiate innocenti, lui, operaio, originario di Volla, convinse l’adolescente, che chiameremo Federica, a seguirlo nella sua abitazione in via Lungomare Caboto. Ci furono diversi incontri, a cadenza settimanale, e i primi baci furono seguiti da rapporti sessuali completi che la ragazzina dovette subire. Subire perché l’uomo, Angelo Beneduce, minacciò sino allo scorso settembre l’adolescente, costretta a subire autentiche sopraffazioni di natura psicologica, a non vedere più i suoi amici coetanei, facendola sentire in colpa quando decideva di smettere di vederlo o a ricevere continui controlli attraverso il telefono. Con il solo ricatto, squallido, di non rivelare a terzi i rapporti sessuali cui era costretta a subire a cadenza periodica. Con questo pesante quadro accusatorio il Gup del Tribunale di Cassino, Valerio Lanna, ha condannato Beneduce, che ora si trova agli arresti domiciliari, a tre anni di reclusione con l’accusa di violenza sessuale al termine del giudizio abbreviato chiesto ed ottenuto dopo l’emissione del decreto di giudizio immediato da parte del Gip Donatella Perna. Nel corso del giudizio abbreviato il sostituto procuratore Arianna Armanini aveva chiesto per Beneduce, difeso dagli avvocati Vincenzo Macari ed Emiliano Ferrone, quattro anni di reclusione trattandosi di un’asserita violenza su minore 14 anni, i cui genitori, dopo la denuncia porta presso il commissariato di Polizia di Formia, si sono costituiti parte civile attraverso gli avvocati Antonio Buonemani e Ernesto Renzi. Il Gup Lanna, dopo quasi un’ora di camera di consiglio, ha condannato Beneduce per violenza sessuale assolvendolo dall’accusa di violenza privata perchè il fatto non sussiste. Lazio Tv