Le indagini, focalizzate a verificare tale insolvenza, hanno accertato che, tramite un’assicurazione pratese, una societa’ finanziaria di Cassino (che aveva emesso la fideiussione) aveva sempre operato in modo illegale in quanto sprovvista delle previste autorizzazioni rilasciate dalla Banca d’Italia . In sostanza, pur riscuotendo i premi connessi alle fideiussioni, la garanzia patrimoniale era stata assicurata solamente in un numero limitatissimo di casi.L’approfondimento investigativo ha portato alla scoperta di una vera e propria organizzazione che aveva: la base operativa nella citta’ del Basso Lazio; lo scopo di emettere fideiussioni che, in caso di inadempienza del debitore, non sarebbero state onorate o lo sarebbero state solo in parte e in casi sporadici. A capo dell’associazione criminale e’ risultato un trentatreenne originario della Provincia di Latina. L’uomo, insieme ad altri , collegati tra loro da vincoli familiari e vari “prestanomi” (tutti con precedenti penali per reati di truffa ed abusiva attivita’ finanziaria), avevano costituito una serie di finanziarie, avente come unico scopo quello di emettere fideiussioni. Quando, alcuni beneficiari della fideiussione (che avevano regolarmente pagato il premio della polizza e garantito il capitale investito mediante la stipula di un atto fideiussorio) si sono attivati per riscuotere la propria fideiussione, le societa’ coinvolte, in molti casi non sono state in grado di pagare quanto dovuto. Alle vittime non e’ restato che attivare le procedure civili per tentare di recuperare il denaro versato ovvero presentare querele per truffa. Ovviamente le societa’ finanziarie, per attivare i potenziali clienti, offrivano un prodotto finanziario a prezzi molto piu’ bassi e competitivi rispetto a quelli ordinariamente praticati. Le oltre 20 perquisizioni eseguite, presso le sedi delle societa’ coinvolte e le residenze dei soggetti amministratori e gestori delle medesime, hanno portato al sequestro di numerosissime polizze stipulate. L’alto tenore di vita condotto dall’organizzatore della truffa confermerebbe come una consistente parte di denaro, relativo ai premi riscossi, sarebbe transitata nelle disponibilita’ personali.
 Fuori dalla citta’ di Cassino uno degli indagati aveva una lussuosa villa con piscina, quadri e gioielli di valore. Nel garage c’erano due Ferrari, un Audi Q7 e una BMW serie 7. Le societa’ coinvolte nella truffa, complessivamente 11, sono tutte con sede a Roma, Cassino e Frosinone. Le persone complessivamente denunciate a piede libero sono state 16 (originarie della zona di Cassino e della limitrofa Provincia di Caserta con un’eta’ media di 40 anni), per i reati di associazione a delinquere, abusivismo finanziario, truffa contrattuale, insolvenza aggravata. Al momento sono in corso indagini bancarie nonche’ verifiche fiscali al fine di accertare compiutamente la destinazione del denaro acquisito a seguito del pagamento dei premi nonche’ per riscontrare eventuali illeciti di natura tributaria. La Guardia di Finanza lancia un appello a “tutte le persone che hanno sottoscritto una fideiussione con le menzionate societa’ finanziarie, nel caso ritengano di presentare querela, si possono recare presso qualsiasi Reparto della Guardia di Finanza”.
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