L’appuntamento è per Domenica 29 Marzo e Venerdì 3 Aprile.
Si sente l’aria della vigilia a Maenza. La vigilia di una cosa importante che coinvolge tutto il paese lepino. Anche se si lavora per un anno intero per far riuscire questa straordinaria manifestazione che peraltro di recente si è candidata, con tutte le Passioni europee, per il riconoscimento dell’Unesco come progetto e testimonianza unica del territorio.
E’ il momento delle prove. Gli abiti vengono rinfrescati. I dialoghi riprovati. I passi ricontati. Le lame ribattute, e il suono metallico delle stesse si diffonde nel silenzio dei vicoletti e piazze prive di macchine. Ognuno ha la sua parte e si sente fiero di poter rappresentare i personaggi sacri di questa suggestiva tradizione religiosa tramandata negli anni. L’idea di trasformare una semplice processione del Venerdì Santo in sacra Rappresentazione fu di padre Roberto Fastella. Ci pensò a lungo come fare, e finalmente nel 1969, dopo averla ideata e progettata, ne fu anche regista. Da allora ogni anno, a partire dalla domenica delle Palme, i vicoli e le piazze di Maenza si trasformano in palcoscenico per i circa 400 figuranti, giovani, vecchi, donne e bambini, tutti del luogo, che smessi gli abiti della propria quotidianità, indossano quelli di Cristo, della Madonna, di Giuda, della Maddalena, dei Centurioni, delle Pie Donne, etc. etc.
Nulla viene lasciato al caso per trasformare questo luogo in una piccola ” Gerusalemme”. Scenografie a grandezza naturale, colonna musicale, costumi, armamenti, tutto viene realizzato dagli artigiani del posto. A tessere il filo conduttore della storia sacra e ad annunciare le scene, sono un “Profeta” o un “Evangelista” che leggono le frasi del Vangelo. Molti gli attori tra la folla che gridano e partecipano e anche il pubblico, in quel momento è nella storia, in quella Storia. Perde il suo spazio e il suo tempo per far parte di una Storia accaduta più di duemila anni fa.
A dare grande slancio all’evento è l'”Associazione Sacra Rappresentazione del Venerdì Santo” costituitasi nel 2000 e presieduta da Umberto Cacciotti. Come tutte le cose, infatti, l’attenzione e l’impegno cominciava a venir meno da parte di tutti. L’Associazione si è impegnata a ridare slancio a una cosa davvero importante per questo piccolo territorio. In pochi anni si sono rinnovati i costumi e le armi, cercando sempre di rimanere fedeli agli originali. E sotto la sapiente regia di Riccardo Loccia, che cura nei minimi dettagli ogni cosa, il pubblico è notevolmente raddoppiato, grazie anche alle riprese televisive di questi anni e gli spettatori arrivano da tutta Italia. Non c’è maltempo e pioggia che la limiti. I costumi sono di Benito Trichei, sarto di fama nazionale. Il trucco di Moreno Salerno. Massima riservatezza, così come voleva Padre Fastella sugli altri nomi, proprio per far rimanere intatto lo spirito genuino e non far spettacolarizzare l’evento. Questa la dote lasciata in eredità ai maentini da questo vecchio parroco, oltre al riconoscimento che la Passione vivente di Maenza è da annoverare ormai tra le rappresentazioni sacre più belle d’Europa.
Testimonianze – Il regista Enrico Vanzina, spettatore insieme alla moglie, “in una serata piovosa e ventosa”, parla di una esperienza indimenticabile…”nonostante le condizioni avverse, vedere e toccare con mano, tanta passione popolare, tanta creatività e così tanto talento, ci riempì il cuore di gioia”, disse.
Consigli – Essendo Maenza quindi un piccolo paesino, a chi volesse partecipare, si consiglia di arrivare almeno due ore prima dell’inizio della Rappresentazione. Non solo per poter parcheggiare la propria auto, ma anche per riuscire a godere appieno della suggestione di questo Paese arroccato e un pò perso nel tempo.
Indicazioni – Maenza è in provincia di Latina e si raggiunge, oltre che dalla strada statale Monti Lepini, che collega Latina a Frosinone, anche dall’autostrada Roma- Napoli, uscita Frosinone.
Appuntamento dunque a Domenica 29 Marzo e successivamente a Venerdì 3 Aprile.