Si è tenuta oggi un importate seduta della commissione ambiente con l’importante ordine del giorno riguardante la bonifica dell’amianto presso i siti dismessi presenti sul territorio comunale. Alla seduta, oltre ai commissari delle varie forze politiche, erano presenti in audizione i responsabili di Arpa Lazio, della Asl, ed esperti provenienti dall’Università La Sapienza di Roma, nonché consulenti del Ministero dell’Ambiente.
L’incontro si è rivelato assai proficuo, sia sotto l’aspetto della valutazione dello stato dell’arte della situazione presente sul territorio comunale, sia per quanto riguarda le azioni da mettere in campo per le operazioni di bonifica: “Il primo aspetto positivo – afferma Corrado Lucantonio, presidente della Commissione Ambiente – è che gli esperti presenti in audizione, ci hanno confortato che un sito abbandonato non è sinonimo di bomba ecologica, in particolare se non si tratta di siti dove si produceva amianto ma nei quali questo è presente solo sui tetti. Fin quando l’amianto non si spezza o non viene sbriciolato questo non costituisce alcun pericolo per l’uomo. Ovviamente occorre prevenire queste evenienze sostituendo tutto l’amianto sui tetti ed a tal proposito i suggerimenti degli esperti presenti sono stati a dir poco preziosi: ovvero la costituzione di un tavolo promosso dall’amministrazione comunale, al quale far sedere i proprietari dei siti con quelle società che operano nel settore fotovoltaico, con l’obiettivo di sostituire i tetti con impianti, che oltre alla bonifica, comporterebbero per le aziende stesse l’acquisto di energia pulita a basso costo. Dell’iniziativa è già stato messo al corrente l’assessore Cirilli, con lui e con tutti i membri della commissione, provvederemo dunque a creare un percorso che andrà valutato sotto tutti gli aspetti, e quindi arrivare a mettere a punto un piano per la bonifica dell’amianto”.
Patarini: Amianto!! da criticità ad opportunita grazie al fotovoltaico!
Il tema trattato in commissione ambiente, sui siti industriali dismessi che presentano coperture in amianto, rappresenta quanto una criticità ambientale possa trasformarsi in opportunità. Va premesso che il materiali contenenti fibre di amianto sono stati largamente usati nell’edilizia degli anni 70 80 , nelle più disparate forme di manufatti edili. Oggi a distanza di tempo molti di questi manufatti sono presenti sia nelle abitazioni private che in quelle artigianali ed industriali. Pertanto è il caso di considerare il ragionamento su due direttrici. La prima, quella delle piccole quantità di amianto, che rappresentano un problema qual’ora arbitrariamente un soggetto privato le vada a rimuovere e smaltire e il più delle volte finiscono in discariche abbusive lungo gli argini dei canali ed in questo caso si deve intervenire incentivando la rimozione sicura di questi manufatti contenenti piccole quantità di aminto. Istituendo uno sportello amianto che oltr a dare corrette informazioni su come smaltire e a chi conferire il rifiuto da rimozione. Mentre per i siti che contengono grandi quantità di amianto, e sono per lo più tetti e coperture, viene in soccorso la tecnologia fotovoltaica che consente grazie agli incentivi di ripagare nel tempo i costi di bonifica, avendo al contempo una produzione di energia da fonti rinnovabilicontribuendo agli standard richiesti dall’europa entro il 2020. Per i siti industriali il ragionamento potrebbe essere esteso alla creazione di filiere industriali green. L’impianto fotovoltaico produrrebbe quella quantità di energia che permetterebbe una riduzione dei costi energetici consentento una maggiore competitività , visto che i costi energetici sono tra le prime voci di spesa per un’ azienda che produce beni e servizi. Il modo della green economy se opportunamente indirizzato dalla politica ,sono convinto, puà sostenere il nostro sistema produttivo locale aprendo a nuovi mercati e creando nuove figure professionali.