Estorsione, sequestro di persona, rapina, lesioni, uso illegittimo di armi. Una sequenza consumata sabato sera, iniziata in un’abitazione privata di Borgo Bainsizza e proseguita in un noto locale pubblico del capoluogo , sotto gli occhi di tutti e nel più totale silenzio. I tre uomini arrestati dalla Squadra mobile di Latina sono Marco Giorgi, 36 anni, Michele Pezzulo, 37, e Massimo Cavallaro, 38, già noti alle forze dell’ordine per reati legati allo spaccio di droga, ai furti e alle rapine. Le vittime sono invece due ragazzi incensurati di 20 e 25 anni, prelevati sabato sera da Giorgi in casa di uno dei due, picchiati ripetutamente, costretti a salire nell’auto dell’altro e portati al cospetto di Cavallaro e di Pezzulo. Alla base di tutto un presunto debito di 500 euro maturato dai due giovani, sul quale sono tuttora in corso gli accertamenti degli investigatori. Il luogo dell’appuntamento è il pub Legend, in viale Le Corbusier. Sabato sera intorno a mezzanotte, con il titolare al bancone e il locale quasi pieno. Michele Pezzulo comincia a picchiare i due ragazzi all’esterno del pub impedendo loro di allontanarsi, poi la lite si sposta anche all’interno. Al pestaggio partecipa anche Massimo Cavallaro, che minaccia una delle vittime piantando un coltello a serramanico nel tavolo dove erano seduti, a pochi centimetri dalla mano del ragazzo. Tutto prosegue senza l’intervento di nessuno, finché i due riescono a guadagnare l’uscita e a fuggire a piedi, mentre alle spalle risuona l’ultima minaccia del gruppo: «Non chiamate polizia e carabinieri o via ammazziamo ». Ma i ragazzi non ci pensano due volte a lanciare l’allarme al 113, segnalando di aver subito un’aggressione e identificando Marco Giorgi come l’uomo che poche ore prima li aveva prelevati a casa. Le vittime vengono portate in ospedale, medicate per le lesioni subite nel pestaggio e dimesse con una prognosi di 15 giorni. Intanto la Squadra mobile, grazie alle testimonianze e alle ricostruzioni, riesce a identificare anche gli altri due componenti della banda, rintracciando tutti nelle proprie abitazioni. I tre vengono arrestati per sequestro di persona, lesioni, rapina, estorsione e uso di armi improprie, mentre l’auto usata da Giorgi e sottratta da una delle vittime, viene ritrovata all’alba in via Helsinki, poco lontano dall’abitazione di Cavallaro. Il cerchio si chiude. Ma le indagini degli investigatori della Squadra mobile puntano ora a chiarire l’esistenza di quel debito di 500 euro, forse legato allo spaccio di droga, in particolare hashish e cocaina, l’attività a cui era dedita la banda. è possibile che i due giovani non avessero pagato in tempo una somma per l’acquisto di stupefacenti. è possibile che la somma sia in breve tempo cresciuta, insieme alle minacce e alle violenze fisiche. Ma gli stessi investigatori, per le modalità del pestaggio, avvenuto in un locale pubblico davanti a titolare e clienti, non escludono che dietro l’episodio di estorsione ci sia ben altro. Quasi un “sistema”, inaugurato da alcuni esponenti del clan Di Silvio, a cui peraltro Massimo Cavallaro risulta legato, che teneva sotto scacco anche i gestori dei locali pubblici del capoluogo. Certo è che, nonostante si contino decine di episodi, le vittime non denunciano. Lo dice chiaramente il capo della Squadra mobile Cristiano Tatarelli, rivelando una volta di più il clima di omertà e di paura con cui si scontrano troppo spesso le indagini: «Siamo a conoscenza di questo tipo di estorsioni – spiega – anche ai danni di commercianti. Spesso conosciamo i fatti, ma nonostante le inchieste e gli arresti, le vittime non denunciano, a meno che non finiscano in ospedale».
Laura Pesino dal Corriere Pontino del 19 aprile 2011