L’attivita’ svolta ha portato ad un arresto e al deferimento di 4 persone all’Autorita’ giudiziaria per reati fiscali e sottoposto a sequestro beni mobili di lusso del valore di svariati milioni di euro.
Il Gruppo Guardia di Finanza di Formia, al termine di una ampia e complessa attivita’ investigativa nel settore della tutela delle entrate dello Stato durata oltre un anno, ha eseguito, nella mattinata di oggi, un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un soggetto domiciliato nell’hinterland napoletano, individuato quale dominus di diverse aziende operanti nel territorio del Sud pontino. L’attivita’ svolta ha consentito inoltre di deferire altre 4 persone all’Autorita’ giudiziaria per reati fiscali e sottoporre a sequestro beni mobili di lusso del valore di svariati milioni di euro, tra i quali spiccano una pregiata imbarcazione off-shore “Riva” e diverse autovetture e motoveicoli acquistati con gli illeciti proventi accertati. L’attivita’ ispettiva svolta dalle Fiamme Gialle si e’ indirizzata verso una societa’ avente sede legale e amministrativa in Formia che negli ultimi anni aveva omesso di presentare le previste dichiarazioni ai fini delle imposte ed aveva maturato un debito di contributi previdenziali ed assistenziali di oltre 400 mila euro. L’attivita’, supportata da accertamenti bancari eseguiti nei confronti di numerose societa’ e persone fisiche, consentiva di accertare: l’emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per un importo totale di 12 milioni di euro; il mancato versamento di circa 2.500.000 euro di IVA dovuta; l’omesso versamento di contributi previdenziali ed assistenziali per oltre 700.000 euro a favore dei dipendenti; l’assunzione irregolare di oltre 138 operai; l’elargizione di stipendi “in nero” per oltre 3 milioni di euro; l’emissione di buste paga riportanti dati mendaci: in particolare, veniva contabilizzata una fantomatica indennita’ di trasferta all’estero, tra l’altro mai effettuata, con lo scopo di aumentare a dismisura i costi contabilizzati per il personale dipendente, il tutto con l’obbiettivo di “coprire” il piu’ possibile gli stipendi pagati in nero; l’uso di “DURC” (documento unico di regolarita’ contributiva) contraffatti, i quali attestavano il regolare pagamento dei contributi previdenziali, al fine di poter stipulare contratti di appalto con amministrazioni pubbliche, nonche’ la falsificazione di certificati che provavano il pagamento delle imposte all’agenzia delle entrate (modelli F23 e F24); l’utilizzo del sistema delle compensazioni di imposta, al fine di estinguere i debiti contributivi ed erariali, attraverso l’utilizzo di crediti IVA derivanti dalla contabilizzazione delle fatture false.