La Cassazione gli conferma ora gli arresti domiciliari dopo che il Gup del Tribunale di Latina Matilde Campoli lo aveva rimesso in libertà per l’attenuazione della misura cautelare. Di questa incredibile vicenda processuale è protagonista Giorgio M., un ingegnere napoletano di 34 anni arrestato dai Carabinieri della Compagnia di Gaeta lo scorso luglio con l’accusa di violenza sessuale ai danni di alcune adolescenti. I fatti si sarebbero verificati nel tratto di mare antistante lo stabilimento balneare La Perla di Gaeta quando l’ingegnere napoletano fu arrestato per aver palpeggiato alcune ragazzine mentre facevano il bagno. Furono proprio le minori, insieme al bagnino dello stabilimento balneare sul lungomare di Serapo a Gaeta, a bloccare il 34enne, accusato di “essersi posizionato dietro le ragazzine in attesa che le onde le trascinassero verso di lui”. Il professionista si difese all’epoca affermando di non aver visto le ragazzine dopo aver perso in acqua gli occhiali da vista. Le adolescenti – si legge nella sentenza 1081 della Terza sezione penale, depositata oggi – non avevano ancora compiuto quattordici anni. Ad avviso della Suprema Corte ricorrono tutti i presupposti per mantenere la misura cautelare come deciso dal Tribunale del riesame di Roma, con ordinanza dello scorso sedici agosto. Ma il Gup del Tribunale prima delle festività natalizie, accogliendo una specifica istanza dell’uomo, l’avvocato Vincenzo Macari, gli aveva revocato i domiciliari per l’attenuazione della misura cautelare. Dopo il fermo operato dai carabinieri il 31 luglio, guidati nell’occasione dal tenente Piero Antonini, l’arresto era poi stato disposto dal pubblico ministero Emanuela Tortora.
Antonello Fronzuto