La relazione annuale dell’Antimafia. Ramificazioni anche nelle istituzioni. E’ a Roma che si ritrovano gli esponenti di tutte le mafie, in pacifica convivenza con la criminalità organizzata tradizionale. Ma l’inquietante quadro denunciato dalla Direzione nazionale antimafia nella sua annuale relazione punta il dito sulle infiltrazioni in tutto il Lazio, provincia pontina compresa. Se infatti il territorio romano viene scelto dalle organizzazioni criminali per tutte le iniziative finanziarie costruite per occultare e riciclare i patrimoni illeciti accumulati, anche la provincia pontina, più volte al centro delle cronache per grosse operazioni condotte dalle forze dell’ordine proprio in questa direzione, non è estranea ai meccanismi che regolano le organizzazioni criminali, nel riciclaggio del denaro sporco e nel controllo delle istituzioni e delle amministrazioni. Lo sottolinea anche il vicepresidente del Senato e commissario del Pd regionale Vannino Chiti: «Desta preoccupazione – commenta – il livello di infiltrazione e inquinamento mafioso nell’economia e quindi nella società, a Roma e nel Lazio. Il problema si estende infatti anche ad altre zone della regione, come spiega la relazione dell’Antimafia: è utile ricordare, come abbiamo più volte denunciato, che nella provincia di Latina è alto il livello di allarme per la forte presenza della criminalità organizzata sul territorio e nelle istituzioni. Per rafforzare quindi l’azione di contrasto alle mafie occorre partire da un altro aspetto sottolineato dalla Dna: la scelta di effettuare investimenti a Roma viene privilegiata in quanto si tratta di un territorio che non è caratterizzato da forme di allarme sociale tipiche di altre realtà territoriali». «Preoccupa – conferma Filiberto Zaratti, presidente della commissione regionale sicurezza – il salto di qualità delle organizzazioni criminali che aggrediscono il sistema economico finanziario con metodi sofisticati e ne rendono sempre più complicata l’azione di contrasto». «Il rapporto – aggiungono anche Guglielmo Abbondati, coordinatore regionale di Sel, e Claudio Pelagallo, responsabile regionale della legalità – conferma la necessità da parte della politica di rafforzare le alleanze con tutti i soggetti economici e sociali, le organizzazioni civiche e sindacali, e con tutti i presidi di legalità che nei territori della nostra regione quotidianamente si oppongono al cancro dell’illegalità ».
Laura Pesino dal Corriere Pontino del 10 marzo 2011