La battaglia in Cassazione si è chiusa con una vittoria incassata dai legali della difesa di Gianfranco Fiori. I giudici della Suprema Corte hanno infatti accolto il ricorso presentato dall’avvocato Riccardo Olivo contro l’ordinanza di custodia in cautelare emessa a carico del 24enne di Latina lo scorso ottobre. L’accusa: tentato omicidio di Carmine Ciarelli. Per la Procura il primo atto della guerra criminale, che solo qualche ora più tardi portò all’omicidio di Massimiliano Moro e poi di Fabio Buonamano. La Cassazione si pronuncia a favore del ricorso presentato dalla difesa, annulla l’ordinanza di custodia ma rinvia il caso ad un nuovo collegio del tribunale del Riesame chiedendo una nuova discussione. Fiori dunque, nell’attesa di una nuova definitiva decisione sulla sua custodia cautelare, resta in carcere, dove è rinchiuso dai primi giorni dello scorso ottobre. Gli investigatori della Squadra mobile lo avevano identificato nell’ambito delle lunghe indagini sui fatti di sangue avvenuti a gennaio nel capoluogo. Ad inchiodare il ragazzo, considerato vicino a una delle vittime, Massimiliano Moro, erano state le dichiarazioni di Carmine Ciarelli, vittima dell’agguato davanti al bar Sicuranza, e il successivo riconoscimento fotografico. Ma proprio sull’inattendibilità di Ciarelli, vittima e unico testimone dell’aggressione, si basa l’intero ricorso presentato in Cassazione. L’istanza tornerà ora davanti al tribunale del Riesame di Roma.
Laura Pesino dal Corriere Pontino del 20 aprile 2011