Il 1° Novembre è uscito in tutti i negozi “Rock Dust Light Star”, 7° disco studio dei Jamiroquai.
Dopo 5 anni passati in tour e un cambio di etichetta discografica, dalla Sony alla Universal, la band di Jay Kay ci porta un album che attinge a piene mani dal loro stile più puro, quel mix di funk, dance e rock, marchio di fabbrica della band inglese.
“Rock Dust Light Star” riprende ancora una volta il filone che i Jamiroquai avevano tracciato con “Synkronized” e “A Funk Odissey”.
I 12 brani che lo compongono sono stati registrati fra lo studio nella casa di Jay nel Buckinghamshire, l’Hook End Manor nell’Oxfordshire e i Karma Studios in Thailandia.
Spaziano fra le calde atmosfere del singolo “Blue Skies”, passando per i ritmi dance di “White Knuckle Ride”, fino ad arrivare ad una piccola ventata di novità, proveniente dal tentativo di abbandonare, i classici ritmi funk, per dei riff di chitarra elettrica più rock. Questo avviene sopratutto in “Hurtin” o anche, con più moderazione, in “Goodbye to my Dancer”.
Si arriva poi al riff di basso all’inizio di “All Good in the Hood” che non potrà non ricordare a molti quello di “Another one bites the dust” dei Queen.
Ritornano, ovviamente, le atmosfere da musica dance anni ’80 con “She’s A Fast Persuader” o “Two Completely Different Things”.
“Rock Dust Light Star” è un ottimo disco, che riprende il percorso intrapreso e interrotto 5 anni fa dai Jamiroquai, provando a portare qualche novità, senza riuscire però, per fortuna o no a seconda dei punti di vista, a cambiare il sound
di una band che sin dall’esordio nel 1993, fa ballare mezzo mondo.
Chi apprezza i Jamiroquai sicuramente amerà questo disco come i precedenti, se invece volete avvicinarvi per la prima volta a questa band, iniziate da “Travelling Without Moving” e non ve ne pentirete.
recensione a cura di Reader’s Bench www.readersbench.blogspot.com