Non c’è traffico veicolare dentro Maenza, secondo uno stile che punta a valorizzare i nostri centri montani per quel che sono stati per secoli, rifugio per la gente semplice, custodi di un modo di vivere che mai si sarebbe lasciato travolgere dal consumismo , dalla confusione, dal caos. Occorre lasciare l’auto poco prima piazza Lepri, il crostone di montagna che si staglia sul retro dello splendido castrum che ha fa sfondo alla crocifissione. E percorrere a piedi, in questi giorni e in queste notti le salitelle, le piccole scalinate in discesa, gli archetti che portano nelle case di pietra incastrate e incastonate l’una sull’altra, in un gioco così delicato e complesso al tempo stesso che ti chiedi se forse davvero bastasse spostare d pochi millimetri una pietra angolare per vedere mutato tutto.
Ecco: è in questo scenario che incastoni in questi giorni i rumori, le voci, i sapori. Spicca quello secco, metallico, d’altri tempi, dei grandi martelli che menano forte sui chiodi, le forcelle, i legni che tengono in piedi le gigantesche scenografie che vengono montate nelle piazze principali del paese con lo scopo di riproporre gli scenari che furono teatro degli eventi cruciali della crocifissione di Cristo. E mentre gli “operai” lavorano s’improvvisano le prove, nei crocchi, per le strade, sulle piazze, nelle panchine, con la gente comune, i maentini di tutti i giorni: il macellaio, l’operaio, il bottegaio, che vestono i panni dei personaggi protagonisti di quelle pagine di storia che hanno cambiato il mondo. La Passione di Maenza è un vero e proprio “evento di popolo” che coinvolge sì l’intera popolazione locale, ma anche i visitatori. Lo scorso anno è stata data la possibilità anche ai turisti (oltre 4.000, fra questo il regista Enrico Vanzina, colpito dall’evento al punto da ipotizzare interessanti prospettive future per il paesino) di interagire con la Passione, provando le emozioni che furono di quanti vissero le fasi cruciali della cattura, della condanna e della crocifissione di Cristo, attraverso la distribuzione di duemila tunichette bianche che hanno consentito a tutti di “partecipare da attori” alla manifestazione. Proprio per questa sua caratteristica la Passione ha avuto anche la consacrazione della stampa nazionale: Uno Mattina Week End ha ospitato una delegazione di figuranti maentini nella puntata pasquale; il Corriere della Sera l’ha definita una degli eventi del genere più importanti del sud Italia; Telepadre Pio ha dedicato alla Passione di Maenza uno special di 30 minuti, il Tg3 l’ha definita la più bella rappresentazione della Passione del Lazio.
Il maestro Benito Trichei, sarto di fama nazionale, è l’unico nome noto a far eccezione alla irrinunciabile scelta dei maentini di non spettacolarizzare l’evento con facili nomi da locandine cinematografiche o teatrali per mantenere intatto lo spirito genuino che il vecchio parroco del paese, Padre Fastella, ha voluto lasciare in eredità alla sua amata gente.
ISTRUZIONI PER I VISITATORI
E’ consigliabile raggiungere il paese almeno due ore prima, per sistemare al meglio le auto e godersi appieno l’evento.
Sarà un’occasione anche per visitare questo splendido centro medievale che mantiene inalterate e con cura estrema le sue antiche tradizioni. La stessa Sacra Rappresentazione è una di queste.
I costumi sono di Benito Trichei, la direzione artistica di Riccardo Loccia, il trucco di Moreno Salerno.
Venerdì santo, alle ore 20.30. Come si svolge
Si partirà da Piazzale san Rocco, ove si svolgeranno le scene dell’ultima cena e dell’orto degli ulivi. E’ una zona particolarmente suggestiva dal punto di vista ambientale, perfettamente somigliante alle alture di Gerusalemme e ai luoghi storici in cui avvenne la cattura di Gesù.
In Piazza Santa Reparata, all’ingresso del paese, si svolgerà il tribunale di Hanna, laddove Gesù fu condotto dopo la cattura nel Getsemani.
Nel rispetto del testo evangelico, che tace sulla reazione di Hannah davanti all’accaduto, e dopo un interrogatorio che a nulla approda, Gesù verrà inviato al sommo sacerdote Caifa.
La scena di svolge in Piazza della Portella, l’antica piazza d’armi antistante l’austero palazzo Baronale di Maenza. Qui, presente il Gran Sinedrio, Gesù subisce un nuovo interrogatorio per esser poi inviato a Pilato prima e ad Erode poi in quella Piazza Lepri dove, in un crescendo di musiche e di emozioni, si consumerà poi anche il dramma della crocifissione e della morte della Cristo.
Chiuderà la rappresentazione la suggestiva scena della Resurrezione.
E questa – conclude il presidente Ciccateri – è un’altra grande caratteristica della nostra Passione che non è una processione, non “sfila” per le vie del paese…..ma crea nei punti strategici di Maenza, spesso ricostruiti ad hoh o straordinariamente somiglianti ai luogo originali (vedi l’orto degli ulivi), i passaggi-chiave che si intendono riproporre delle ultime ore di vita di Gesù.
Non secondaria la straordinaria posizione baricentrica di Maenza nel Lazio, praticamente al confine fra Latina e Frosinone…con uno sguardo volto al mare: quasi un punto magnetico che attira anima e cuore….Spinge a salite lassù….Fra quel groviglio di case di pietra che sprigionano amore e Passione. Un appuntamento da non mancare.
6 aprile 2012 VENERDÌ SANTO
0re 20,00 –Inizio P.zzale S.Rocco
Ultima Cena – Orto degli Ulivi – Cattura
Ore 21,00 – P.zza S. Reparata
incontro con il Sommo Sacerdote Hanna
Ore 21.30 – P.zza la Portella
Tribunale del Sommo Sacerdote Caifa
Ore 22,00 – P.zza F. Lepri
Pilato – fine di Giuda – Erode
Ore 23,00- Via Circonvallazione
Via Crucis
Ore 24,00- P.zza F.Lepri
Crocifissione e Morte di Gesù.