Lo sappiamo bene, economia e politica sono legate a doppio filo. Stavolta però non c’entrano le riforme, le manovre finanziarie, le decisioni esecutive. O perlomeno non ancora. Stavolta c’entrano le prospettive future, quelle che potranno diventare realtà solo dopo la campagna elettorale.
È quello che sta succedendo negli Stati Uniti, dove ci si avvicina sempre di più alla data delle elezioni presidenziali del 5 novembre. Un momento importantissimo per la politica globale. E forse anche per gli investitori. Facciamo un esempio: la possibile elezione di Kamala Harris come prima donna presidente degli USA potrebbe favorire infatti il trend di crescita dell’indice MSCI World Healtcare, che da inizio 2024 è in rialzo del 18% grazie a politiche orientate a un maggiore accesso alle cure, alla riduzione dei costi farmaceutici e all’innovazione tecnologica. L’attuale vicepresidente di Joe Biden, infatti, ha mostrato un forte impegno verso la riforma sanitaria, l’accessibilità delle cure e la riduzione dei costi medici, temi che potrebbero favorire l’espansione delle aziende farmaceutiche e biotecnologiche. Ecco spiegata l’ascesa dell’ETF che investe in aziende globali del settore sanitario.
Ma facciamo un passo indietro, soprattutto per i meno esperti in ambito finanziario, e proviamo a capire cosa sono gli ETF. Acronimo di Exchange Traded Funds, con questo termine ci si riferisce a fondi d’investimento a gestione passiva che replicano l’andamento di un indice di mercato o di una specifica asset class. Quando si investe in un ETF, si acquista quindi una quota di un paniere di titoli che segue fedelmente un benchmark, come l’indice FTSE Mib o il prezzo dell’oro, oppure come nel caso di prima l’indice MSCI World Healtcare. A differenza dei fondi attivi, dove il gestore seleziona i titoli in base alle sue previsioni, gli ETF si limitano a replicare l’andamento di un indice senza cercare di batterlo.
Gli Etf stanno diventando uno strumento apprezzatissimo da diversi investitori grazie ai loro diversi vantaggi: sono strumenti liquidi, facilmente acquistabili e vendibili sul mercato, offrono una grande efficienza in termini di costi, con commissioni di gestione che solitamente non superano lo 0,5%, molto inferiori rispetto ai fondi attivi. Inoltre, sono trasparenti, poiché permettono agli investitori di sapere esattamente in cosa stanno investendo. Infine, grazie alla loro diversificazione, permettono anche ai piccoli risparmiatori di accedere ai principali indici di mercato senza dover acquistare singoli titoli, offrendo così sicurezza e versatilità.
Ma torniamo alle presidenziali americane. Abbiamo parlato di Kamala Harris e allora citiamo, almeno per par condicio, anche Donald Trump. C’è infatti un ETF che guarda proprio alla sua elezione. Il nome è un emblematico “God Bless USA” e seleziona aziende statunitensi con una capitalizzazione di almeno un miliardo di dollari, escludendo quelle che promuovono attivismo politico liberale o temi sociali come la sostenibilità e la diversità. L’idea alla base è che una vittoria di Trump, soprattutto con una maggioranza repubblicana al Congresso, promuoverebbe politiche meno orientate ai temi ESG (ambientali, sociali e di governance).
Insomma, è il momento giusto per iniziare a investire. Aspettando il nuovo titolare della Casa Bianca.