L’incontro con le Regioni per concordare altre chiusure è fissato per oggi. Con il trascorrere delle ore, ma soprattutto con l’aumento di ricoveri e decessi per Covid-19, il governo programma un’ulteriore stretta.
Se entro una settimana non arriveranno effetti positivi grazie ai provvedimenti già presi, il Governo potrebbe imporre il coprifuoco in tutta Italia con un nuovo Dpcm, o addirittura consentire l’uscita dalle abitazioni soltanto per andare a scuola o al lavoro, dunque limitando al massimo le «attività non essenziali».
Il parametro non cambia: monitoraggio della curva epidemiologica e numero di terapie intensive. Intanto si lavora all’elenco delle attività «non essenziali», che potrebbero essere fermate — anche con un’ordinanza del ministero della Salute — se i numeri dei contagi dovessero aumentare troppo velocemente.
In alcune regioni i centri commerciali sono aperti nel fine settimana, in altre devono essere chiusi. C’è chi obbliga al rientro a casa alle 23, chi alle 24 come in provincia di Latina, chi non mette limiti. In questa situazione c’è il rischio che i cittadini varchino i confini territoriali e per questo non è escluso che già venerdì i governatori concordino limitazioni agli spostamenti.
Se tra sette giorni non si sarà invertito l’andamento della curva, scatterà il coprifuoco in tutta Italia alle ore 21. Una misura estrema che comporterebbe la serrata di bar e ristoranti.
La scadenza di sette giorni concessa a palestre e piscine per adeguare i protocolli è fissata invece a lunedì. Ieri le associazioni di categoria hanno consegnato al ministro dello Sport Vincenzo Spadafora le linee guida che rendono obbligatorie tutte le prescrizioni finora facoltative: misurazione della febbre agli ingressi, lezioni individuali negli spazi stretti, percorsi differenziati negli spogliatoi.