“Il sequestro dei pontili ha creato effetti devastanti all’economia e alle imprese commerciali e turistiche di tutta la zona”. Gli abitanti dell’isola: manca la spiaggia per bagnanti.
“Sarà un’estate triste – dice un imprenditore dell’isola – con la situazione giudiziaria dei pontili che sembra lontano da una risoluzione e con gli ultimi fatti di cronaca che non fanno stare tranquilli”. Per fatti di cronaca si intende il rogo scoppiato qualche settimana fa nel cantiere di Pompeo Porzio, sindaco dell’isola, dove si custodivano due dei pontili prima sequestrati, perché fuori norma, e che erano in attesa di essere distrutti o venduti. “E’ stato un incendio doloso”, sono in tanti a sostenerlo a Ponzadove – tre giorni dopo la sua incoronazione a governatrice del Lazio – arrivò a rassicurare tutti Renata Polverini. “Cercheremo di risolvere questa storia”, aveva promesso ai ponzesi che per lei hanno votato in massa. Settanta per cento di voti, più che a Latina. “Peccato però che abbia dato certezze su cose più grandi di lei, visto che in questo caso ci sono di mezzo i tempi della magistratura.
Infatti per ora nulla è cambiato”, raccontano due ponzesi che preferiscono rimanere anonimi. Pambianchi, invece, non si nasconde: “Il sequestro dei pontili ha creato effetti devastanti all’economia e alle imprese commerciali e turistiche di tutta la zona, anche a causa della preferenza accordata dai diportisti ai porti adiacenti, con un calo delle transazioni mai visto prima. La diminuzione di arrivi e presenze ha provocato un terribile effetto domino sull’intera economia provinciale e se questi dati saranno confermati anche per la stagione estiva 2010 gli imprenditori saranno messi in ginocchio”.
Vada per i pontili. Ma non è questo l’unico problema. Sull’isola sono in tanti a pensare che le grane di Ponza non sono da addebitare solo ai sequestri. Perché l’isola, per i ponzesi “duri e puri” avrebbe bisogno di ritornare alle sue origini. Non solo terra di approdo per barche. Ma isola per i bagnanti. I blocchi di cemento nel mare di fronte a Santa Maria, ad esempio, hanno già causato l’arretramento dell’arenile di 10 metri. E ancora molto, troppo, c’è da fare per tamponare il dissesto idrologico della costa.
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