Il 51enne ed il 41enne erano esasperati per i ripetuti furti
La comunità di Castelforte è sotto shock ed incredula per la tragedia consumatasi all’interno di un’ex cava, nel bacino marmifero di Coreno Ausonio, in provincia di Frosinone, non molto contano dal confine geografico di Santi Cosma e Damiano. In seguito ad una sparatoria, la cui dinamica è avvolta nel mistero, sono decedute tre persone, due delle quali, i fratelli Almicare e Pino Mattei, di 51 e 41 anni, abitavano in via De Gasperi, a Castelforte. Avevano ereditato dal papà, originario di Acqualonga, una località in provincia di Ascoli Piceno, una cava di marmo sulle colline di Coreno che, una volta dismessa, era stata trasformata in un impianto di frantumazione. I due fratelli Mattei da tempo non erano più tranquilli, erano esasperati per i continui furti di carburante cui erano costretti a subire. Non ce la facevano più, al punto da organizzare vere e proprie ronde notturne e a chiedere il porto d’armi. A dargli manforte questa notte è sopraggiunto, dopo che era scattato l’allarme, anche un loro cognato Giuseppe Di Bello, di 35 anni, residente a Coreno Ausonio e titolare di un’altra cava non molto lontano dall’attività, la “Gpr Tirreno srl”, di erano titolari i fratelli Mattei. I tre hanno scoperto in tempo un altro tentativo di furto di gasolio, poi degenerato in una sparatoria, che sarebbe dovuto servire per il funzionamento dei mezzi meccanici impegnati nelle cave di Coreno Ausonio? E’ l’ipotesi investigativa più caldeggiata dai Carabinieri della Compagnia di Pontecorvo e del comando provinciale di Carabinieri, i primi ad intervenire in via Passeggera dopo l’allarme dato, intorno alle sette, da un dipendente dell’ex cava. Amilcare e Pino erano già morti, loro cognato Giuseppe Di Bello respirava ancora: veniva soccorso da un ‘ambulanza del 118 e trasferito con una ferita da arma da fuoco al torace all’ospedale Santa Scolastica di Cassino. Ma, dopo mezzogiorno, De Bellis Di Bello moriva sull’eliambulanza che lo stava trasportando in un ospedale della capitale. Le indagini sono appena agli inizi e gli inquirenti confidano molto per risalire agli autori della sparatoria, poi dileguatisi, sul contenuto del sistema di videosorveglianza della “Gpr Tirreno srl”. Accanto ai due cadaveri i Carabinieri hanno trovato una pistola, utilizzata per la sparatoria, e alcune anche taniche e pompe che presumibilmente sarebbero servite per il furto del carburante. Lazio Tv