L’allarme lanciato ieri durante il tavolo di concertazione in Provincia tra istituzioni e sindacati.
Sottoscritto un documento unitario in cui si sottolinea come una delle più grandi raffineria d’olio del centrosud Italia sia ferma da oltre un anno trasformandosi anche in una potenziale “bomba ecologica”. La società è fallita da due anni, proprietà passata a due banche e lavoratori in cassa integrazione nonostante ci sarebbero commesse per rilanciare il sito. Ma a preoccupare sono i continui furti e soprattutto i depositi di esano pericolosi. Asl di Latina diffidata affichè intervenga sulle banche e si proceda con lo svuotamento. Appello alle istituzioni e prossima settimana presidio davanti i cancelli dello stabilimento.