Pesa come un macigno sulla futura amministrazione comunale del capoluogo pontino la vicenda giudiziaria della Latina Ambiente. Mentre da più fronti si sollecita con insistenza la “dismissione” della spa che da anni gestisce la raccolta rifiuti e l’intero settore dell’igiene ambientale, in Procura non si ferma l’inchiesta del sostituto Giuseppe Miliano che ha preso le mosse dalla società gemella, la Terracina Ambiente e ha finito inevitabilmente per coinvolgere anche Latina. I rapporti tra i due soggetti avevano portato nel febbraio scorso al sequestro da parte degli agenti del Nipaf di documenti presso la sede della Latina Ambiente in via dei Monti Lepini: sotto sequestro erano finiti atti del consiglio di amministrazione e contratti di fornitura, documentazione al vaglio degli investigatori per una serie di anomalie nella gestione del servizio e soprattutto per verificare i rapporti tra le due società. Qualche settimana dopo gli uomini del Nipaf, su disposizione del titolare dell’inchiesta, avevano effettuato una nuova ispezione, questa volta presso gli uffici della società Poseidon di Borgo Sabotino, titolare di un contratto di subappalto per lavori di pulizia di strade e spiagge: anche in questo caso gli agenti avevano sequestrato documentazione relativa ai lavoro espletati per verificare il regolare utilizzo di uomini e mezzi da parte di entrambe le spa, sia Latina Ambiente che Terracina Ambiente. I reati ipotizzati finora sono quelli di truffa e frode in pubbliche fornitura ma l’indagine promette ulteriori e più ampi sviluppi. Proprio nei giorni scorsi infatti il commissario prefettizio del Comune di Latina Guido Nardone, che all’indomani dei sequestri aveva chiesto al collegio sindacale di Latina Ambiente delucidazioni e indagini più approfondite, è stato ascoltato dal pubblico ministero Miliano al quale ha riferito le informazioni acquisite sulla società mista durante i tredici mesi di gestione del Comune capoluogo. I particolari dell’audizione del rappresentante del Ministero sono coperti dal segreto istruttorio ma già nei prossimi giorni in via Ezio potrebbero esserci nuovi interrogatori sulla gestione del settore rifiuti. Il destino della spa insomma sembra appeso ad un filo sottilissimo e in molti sono pronti a scommettere che il percorso obbligato sia proprio quello ipotizzato dalla Procura.
dal Corriere Pontino del 30 maggio 2011