”L’agricoltura, patrimonio della comunità nata e cresciuta con la bonifica dell’agro pontino, deve tornare ad essere un settore economico trainante per questo territorio”. Ad affermarlo è il candidato governatore di CasaPound Italia alla Regione Lazio, Simone Di Stefano, che questa sera a Latina incontrerà gli agricoltori pontini, per ascoltare le loro richieste e mettere sul tavolo le soluzioni di Cpi per far uscire il settore primario dalla pesante crisi che attraversa.
”L’aumento dei campi incolti a causa della sproporzione tra i costi della produzione e i prezzi di vendita dettati dai grossisti, il problema quote latte, Equitalia che confisca i beni necessari alla produzione: è da tempo che gli agricoltori pontini chiedono risposte alla politica senza ottenere soluzioni – sottolinea Di Stefano – I produttori di Latina stanno ancora pagando lo scotto del ‘corridoio verde’ voluto da Alemanno ai tempi in cui era ministro dell’Agricoltura, un canale preferenziale che permette a merci nord africane senza controllo chimico/sanitario di essere incassettate e vendute come made in Italy prodotto dell’agro pontino: una misura assurda a cui va immediatamente posto rimedio. Così come vanno sottratti alle consorterie degli amici di amici e messi sotto controllo esclusivamente pubblico – aggiunge il candidato di Cpi – i Centri assistenza agricola gestiti dalle organizzazioni di categoria, che, invece di supportare le imprese, finiscono con l’intercettare e ingessare gran parte della ricchezza e delle risorse destinate all’agricoltura”.
”Dal canto suo, Cpi, che, quando le elezioni erano ancora lontane, si è fatta promotrice di una proposta di legge di iniziativa popolare per impedire a Equitalia di toccare i mezzi di produzione dell’azienda, ritiene che il rilancio dell’economia regionale e del settore agricolo in particolare passino innanzitutto dal promuovere le condizioni perché il ‘made in Lazio’ possa essere sempre la prima scelta per i cittadini: una scelta conveniente economicamente, grazie alla riduzione dei costi dovuta alla prossimità e all’assenza di speculazioni, e conveniente sul fronte della qualità, e da questo punto di vista propone l’introduzione di due misure quasi a costo zero: l’imposizione di una etichetta antispeculazione, con l’indicazione della provenienza e del prezzo all’origine, per i beni agroalimentari in vendita presso la grande distribuzione, e la creazione di una rete di mercati regionali che vendano esclusivamente prodotti agroalimentari del Lazio”.