Cercavano un candidato sindaco, al momento se ne ritrovano addirittura sei. Poco più di tre ore di confronto in una riunione dai toni pacato in cui la vis polemica , gli ardori degli ultimi mesi sono stati stemperati dalla presa di coscienza: senza ricompattamento il PdL rischia seriamente una dura sconfitta elettorale alle prossime amministrative di Latina. Così, nel vertice di ieri pomeriggio tra tutti gli eletti e gli assessori di Latina, i toni sono stati bassi, moderatamente propositivi. Poi, quando il coordinatore Claudio Fazzone ha chiesto chi fosse disponibile a candidarsi a sindaco, in sei hanno risposto all’appello: Vincenzo Bianchi, Nicola Calandrini, Ivano Di Matteo, Giuseppe Di Rubbo, Andrea Palombo, Enrico Tiero. Sarà questa la rosa che lo stesso Fazzone porterà a Roma e che sarà oggetto di lunga e articolata trattativa, perché altri nomi sono destinati ad aggiungersi. Non è certo il modo migliore per consentire ai vertici romani del partito di scegliere poiché, in mancanza di un nome condiviso, è chiaro che si apre la strada a candidature esterne al PdL, da Fabrizio Cirilli ad esponenti della società civile. Trentadue gli esponenti politici presenti, con poche assenze illustri, tra cui l’assessore regionale Stefano Zappalà (assente giustificato) e gli uomini vicini all’ex sindaco Vincenzo Zaccheo: da Maurizio Guercio a Pasquale Maietta, da Gianni Chiarato a Rinaldo Di Fazio e Nicola Gioia, e lo stesso Salvatore De Monaco, finiano pentito ché, pure, al vertice avrebbe partecipato volentieri ma non è stato invitato. Il senatore Claudio Fazzone ha presieduto la riunione ed ha poi ascoltato i diversi interventi. Tra i più attesi quello del consigliere regionale Stefano Galetto, da mesi in aperta polemica con la gestione del partito e con lo stesso Fazzone, che ha sottolineato come, al momento, il partito non abbia la capacità di fare sintesi e che occorre invece percorrere al via della riunificazione. Toni accesi nell’intervento dell’assessore provinciale Enrico Tiero, che ha chiesto che in qualche maniera il partito tenga conto delle ottomila firme raccolte insieme a Ivano Di Matteo per le proporre le primarie. Improntata alla mediazione, all’apertura e al più ampio ricompattamento del partito, l’intervento di Vincenzo Bianchi, che ha sottolineato come il PdL non abbia mai chiuso le porte a nessuno ma per farne parte occorre adoperarsi per il partito. «Chi ne vuole fare parte, però – ha detto il vice coordinatore del partito – lo deve dichiarare e dimostrare pubblicamente». Nella sua relazione introduttiva il senatore Fazzone ha parlato di necessità di coesione e di programmi concreti, invitando alla partecipazione e all’impegno per il partito. Il prossimo passo, ora, è l’incontro con il commissario cittadino del partito, l’onorevole Francesco Aracri con cui oggi stesso Fazzone avrà un colloquio. Restano i tanti dubbi di un partito lacerato, diviso e che è chiamato a far capire agli elettori perché si è voluta interrompere la consiliatura di Zaccheo, o meglio su quali progetti si basa la volontà di cambiamento espressa con la sfiducia all’ex sindaco lo scorso 15 aprile. Da questo punto di vista la strada appare ancora r icca di ostacoli.
Fabio Benvenuti dal Corriere Pontino del 18 Gennaio 2011