Sono Massimo Ciccone, sindacalista, Mauro Pecchia, studente, Primo Proietti, imprenditore, e Annalisa Granieri, giovane disoccupata con due figli, i candidati di CasaPound Italia alle Regionali del Lazio per la provincia di Latina. La lista è stata presentata oggi nella palazzina occupata di viale XVIII Dicembre alla presenza del candidato governatore di Cpi Simone Di Stefano.
”Creata dal nulla con il sacrificio e l’impegno di migliaia di italiani, Latina è stata abbandonata dalla politica al suo destino – ha sottolineato Di Stefano – Perciò è arrivato il momento che la Regione si metta al servizio di questa terra per creare sviluppo, ricchezza e far sì che i frutti prodotti da tanto lavoro rimangano sul territorio e non vengano dispersi”. D’altra parte, ha spiegato il candidato di Cpi, ”l’obiettivo di CasaPound è fare della Regione Lazio un corpo organico: vogliamo una Regione che sia una ‘roccaforte sociale’ e un soggetto economico attivo in grado di guidare lo sviluppo armonico del suo territorio e di tutte le sue province, operando direttamente in alcuni settori come industria, turismo, agricoltura e distribuzione e traendo da ciò le risorse per i servizi sociali e sanitari, che a nostro avviso devono rimanere saldamente in mano pubblica”.
Proprio a sottolineare il concetto di ‘pari dignità ’ tra tutte le Province, Di Stefano ha ribadito la ferma contrarietà di Cpi a qualunque ipotesi di trasferimento a Latina dei rifiuti in eccesso di Roma: ”CasaPound ha una visione precisa e un unico obiettivo – ha spiegato – zero conferimento in discarica e riciclo totale”. Il candidato di Cpi ha poi illustrato alcuni dei punti principali del programma per il Lazio: la creazione di un ‘Istituto di Recupero Economico’, che consenta alla Regione di intervenire direttamente sulle aziende a rischio chiusura; il Mutuo Sociale per accedere alla proprietà della prima casa senza passare dalle banche; il fondo regionale per l’affitto; l’abolizione dei fondi regionali ai partiti; la moneta complementare; le misure a favore del made in Lazio, a partire dall’etichetta antispeculazione per i beni agroalimentari in vendita presso la grande distribuzione.