In questi ultimi anni abbiamo assistito ad una escalation della violenza giovanile e del bullismo nel comune capoluogo. Davanti a tutto questo gli enti locali, in primo luogo il Comune di Latina, non hanno mai intrapreso o programmato azioni mirate a prevenire questo inquietante fenomeno.
Le istituzioni scolastiche da una parte e le forze di polizia dall’altra sono state lasciate sole dalla politica nelle azioni di contrasto. Diversamente dal passato è necessario che la prossima Amministrazione comunale dimostri più attenzione e generosità nei confronti delle istituzioni scolastiche, troppo spesso ‘scollate’ dalla realtà giovanile del territorio in continua metamorfosi.
Nell’ultimo anno Latina è stata teatro di fatti di sangue gravissimi, che non possono e non devono lasciarci indifferenti. Pensare che le origini di tutto sia da attribuirsi a fattori esterni è un grave errore che può portare a sottovalutare un serio pericolo. La natura che ha generato tali situazioni è figlia di questa terra. È l’evoluzione di un modo narcisistico ed edonistico di concepire il mondo, alimentato da una serie di modelli indicativi e fortemente fuorvianti ma appetibili sotto il profilo emulativo, in particolare a discapito dei giovani. In alcuni casi questi modelli poco etici e attenti hanno finito per rivestire ruoli pubblici e carismatici. Tutto ciò è deplorevole.
Oltre ai grandi fatti di cronaca è noto che Latina abbia occupato le prime pagine dei quotidiani anche per fenomeni apparentemente meno allarmanti. La centralissima Piazza San Marco, come fosse la prima delle zone franche, è stata per mesi dominio di un gruppo nutrito di giovanissime ‘bulle’, fiancheggiate da ragazzi poco più grandi che avevano un ruolo da gregari. Per mesi altre giovani ragazze sono state costrette a subire violenze fisiche e psichiche senza alcun tipo di motivazione, neppure di carattere patrimoniale, ma solo in virtù di una becera e vile affermazione di superiorità rispetto ai propri coetanei. Grazie al coraggio di alcuni genitori che si sono rivolti alle forze dell’ordine, rompendo così un muro di omertà che aveva assunto le sembianze della complicità , è stato possibile arrivare ad un epilogo giudiziario positivo.
Per cambiare Latina dobbiamo diventare la città della legalità e della trasparenza rompendo con questi comportamenti omertosi che hanno contribuito a determinare un clima di profonda illegalità . In questa direzione è necessario che la nuova Amministrazione si impegni a fortificare il settore sei Servizi Sociali con azioni di prevenzione del disagio giovanile, ad aiutare la scuola, ad attivare sportelli psicopedagogici e che si faccia promotrice della realizzazione di un tavolo tra Enti deputati alla tutela dei minori per evitare interventi slegati e combattere efficacemente questa piaga.
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Giorgio De Marchis