Siamo un territorio che ha bisogno di vigilanza. E poi ancora: il bene comune deve essere la stella polare dei nostri comportamenti.
E infine: i cittadini non devono delegare troppo il loro destino ma partecipare per avere un governo degno di rappresentare e far crescere la comunità. Sono alcuni dei passaggi principali dell’incontro che il vescovo della diocesi di Latina, mons. Giuseppe Petrocchi, ha avuto ieri con la stampa locale nel tradizionale appuntamento di inizio anno, affiancato da don Pasquale Bua, responsabile della diocesi per la comunicazione. Il vescovo ha toccato diversi temi, mettendo in guardia la comunità pontina sulla necessità di una maggiore coesione ma anche di un intervento diretto da parte dei cittadini per cercare di guidare lo sviluppo ed eliminare alcune storture, fenomeni disagio e degenerazione sociale, garantendo ai più giovani una crescita equilibrata: «I giovani pontini hanno grandi potenzialità intellettive e capacità professionali ma spesso non trovano opportunità – ha detto il vescovo – Dobbiamo avere la capacità di capire i cambiamenti, di agire. Già negli anni scorsi avevo denunciato problemi visibili e che sono esplosi successivamente ma non è stato fatto nulla per fronteggiarli. Anche noi come Chiesa avremmo dovuto fare di più ma dobbiamo tutti mobilitarci per fare di più». Un discorso ricco di piglio quello di mons. Petrocchi, un invito rivolto alla società pontina a rialzare la testa. «Noi pontini siamo una bella popolazione ma non ancora diventata popolo». Quindi un forte richiamo alla classe politica locale per mettere da parte dissidi e conflittualità ed operare per il bene comune superando ogni logica di rigida contrapposizione. «Mi aspetto dalla politica uno slancio per la coesione e per costruire convergenze chiare e solido», ha detto mons. Petrocchi che ha toccato altri tre temi importanti. Intanto l’emergenza lavoro, esprimendo piena vicinanza alle famiglie dei lavoratori in difficoltà: «Quando sento che un’azienda chiude ho un tonfo al cuore per le conseguenze sulle famiglie». Rilevante anche l’apprezzamento espresso nei confronti della magistratura e delle forze dell’ordine per la «vigorosa opera di contrasto messa in atto per neutralizzare la criminalità. Siamo una terra che per la sua storia e le sue caratteristiche offre grandi opportunità ma ha anche poche difese. Siamo una città senza mura».
Fabio Benvenuti dal Corriere Pontino del 21 gennaio 2011