Esistono due atti amministrativi, due delibere: una (delibera n. 713 del 14.09.2009) che impegnava la Casa dell’Architettura a rendere agibile – che voleva dire realizzare servizi igienici, impianti elettrici, sistemi di allarme e 350 metri quadrati di superficie espositiva – il locali dell’ex Ruspi per accogliere la mostra di Adolf Loos (tra l’altro interamente snobbata dal Comune che non ha provveduto ad affiggere uno straccio di manifesto per la città mentre – con solerzia – inaugura tre volte la stessa aiuola spartitraffico). Come è noto a tutti la mostra è stata regolarmente inaugurata il 10 di ottobre del 2009. Meno di trenta giorni dall’atto deliberativo.
L’altra è la delibera n. 475 del 4 agosto del 2009 (ma sono anni che se ne parla) e riguardava l’impegno dell’Amministrazione ad assegnare la Casa dei Cursori quale sede della Casa dell’Architettura. Fra tre giorni è il compleanno di quell’atto amministrativo, ma non c’è nulla da festreggiare.
Oggi debbo constatare che due identici atti amministrativi non sono la stessa cosa: Uno è solo un pezzo di carta come se ne fanno tanti, l’altro è diventato un atto concreto.
Verrebbe da domandarsi: perché non assegnare alla Casa dell’Architettura la gestione dell’Amministrazione comunale?
Torniamo alla sede.
La giunta è saltata e i disastri sono tutti davanti ai nostri occhi. Patrimoni chiusi perché nessun funzionario ci vuole andare. E’ troppo lontano dal circolo, il panorama non è dei migliori…
Meglio, molto meglio un modernissimo open space al centro.
Costa? E chi se ne frega..non dice niente nessuno? Ma costa veramente tanto e poi è pure più piccolo di quello alle autolinee che invece è gratis? Embè che te frega…che s’è incazzato qualcuno? Ma chi vuoi che s’incazzi, se nessuno gli dice niente. Se non gli dici che l’affitto della Pegasol sono trecento mila euro l’anno e l’affitto dell’ala dell’intendenza di finanza (975mq a impiegato, come una dacia nella steppa) sono altri 500mila euro l’anno e la meni solo con 70mila di affitto dei locali della Step della Camera di commercio per la biblioteca e gli archivi della Casa dell’architettura. Se dici che quella è la sola cifra che non ci possiamo permettere perché prima vengono le mense delle scuole. Giusto. Ma con i soldi degli affitti e quelli dell’incerico a Taglialatela (che si fa pagare anche se si siede per fumare in qualche commissione di concorso) gli potresti dare 15mila calorie al giorno a tutti i bambini (anche quelli della Nigeria). C’avrebbero tutti il diabete.
Adesso un commissario mi verrà a dire che stanno cercando di risolvere, che bisogna avere pazienza e che per fare le cose ci vuole tempo. E lo viene a dire a me – anziché a Taglialatela – che in dieci giorni e senza una lira ho restituito alla città un edificio dismesso da dieci anni che altrimenti – nonostante un concorso, esperti francesi e starlette locali – avrebbe fatto la stessa fine dei capannoni del Consorzio (di cui mi sono occupato nel ’92, quasi un’era fa….)