Quello dell’Anfiteatro di Sezze (LT) di Via Piagge Marine sembra un argomento tabù: nessun amministratore ne ha parlato a suo tempo, nessuno ne parla tuttora. Eppure, come denunciato fin dall’inizio dei lavori soltanto da Movimento Libero Iniziativa Sociale, l’opera non solo è risultata devastante per l’ambiente ed il paesaggio circostante, un vero e proprio ecomostro, ma in essa, ancora ben lungi dall’essere portata a termine, sono stati convogliati finanziamenti plurimilionari, a quanto pare ancora insufficienti stando alle continue richieste di denaro. Ci si sta avviando verso i tre milioni di euro senza colpo ferire, quando sarebbero tante le situazioni che andrebbero invece verificate da chi di dovere. Perché per far luogo ad una struttura di dubbio gusto e di impatto ambientale dalle gravissime conseguenze in un’area vincolata, si è proceduto all’abbattimento di una realizzazione ecologica, in pietra, perfettamente adagiata sulla collina su progetto dell’architetto Piacentini, che andava salvaguardata, e perché qualcuno dovrà rispondere dei soldi finora utilizzati, rendicontandoli puntualmente nei diversi passaggi e diversi stralci. Se ci spieghiamo i silenzi di chi amministra la città di Sezze e certi atteggiamenti omertosi che vedono tutti corresponsabili ( non dimentichiamo che l’appalto interessa diverse amministrazioni di diverso colore), non appare giustificabile il mancato intervento delle Istituzioni, in particolare quello della Regione Lazio. Ricordiamo all’opinione pubblica ed a chi di dovere, che MLIS ha tentato di sollevare la delicata questione anche a livello di Parlamento Europeo, essendo finanziata larga parte dell’opera tramite DOCUP. Anche in questo caso, forse grazie all’interessamento di qualche parlamentare europeo espressione del Lazio, non ne è sortito niente, l’operazione è andata avanti. Giusto per illustrare meglio la situazione, è importante ricordare che quello che era il Teatro Sacro Italiano avrebbe potuto essere ristrutturato ed adeguato alle normative vigenti con un progetto di soli 350.000 euro dell’Ente provinciale del Turismo, che avrebbe portato alla conservazione della struttura esistente, particolarmente bella ed architettonicamente unica. Eppure, andando contro ogni logica, si è deciso di abbatterla con le ruspe per far luogo ad una colata di cemento particolarmente costosa e deleteria. Una scelta illogica, che lascia perplessi e che dovrebbe far riflettere. E’ questo che noi chiediamo agli organismi regionali: che si vada a verificare tutto l’iter, che ci si vada a rendere conto di come sono stati e vengono gestiti i finanziamenti. Nell’interesse della collettività, MLIS chiede che una commissione regionale si occupi finalmente di verificare lo stato delle cose, per arrivare all’abbattimento dell’ecomostro con il ripristino dei luoghi e l’individuazione di ogni eventuale responsabilità. Comunichiamo altresì che il sito internet lavocelibera.it, ha aperto un gruppo su facebook dal titolo “Anfiteatro di Sezze ecomostro” che conta già oltre 250 adesioni alle nostre richieste. Richieste sensate, ma che potrebbero apparire retoriche dato che nella giunta regionale siede un assessore, Stefano Zappalà, che è già stato parlamentare europeo quando sollevammo la questione …
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