La crisi economica sta investendo anche le Poste Italiane, è prevista la chiusura di alcuni uffici in provincia di Latina con la conseguenza dei disagi che subiranno i cittadini.
“La mission aziendale farebbe pensare a un’azienda vicina ai cittadini, soprattutto alle fasce socialmente meno fortunate, e invece questi tagli allontanano Poste dai suoi clienti, che avranno gli uffici sempre più distanti dalle loro abitazioni – afferma il segretario generale SLP Cisl Latina Luciano Notarianni – La ricaduta sugli ufficiali postali, già affollati e con carenza di personale, sarà preoccupante per i clienti e per gli stessi lavoratori. Dipendenti già costretti a lavorare con standard di sicurezza non adeguati”. I numeri. Chiudono 450 uffici postali in Italia, altri 600 riducono l’apertura. Nel Lazio saranno 41 gli interventi di riduzione, minando ulteriormente la coesione sociale e azzerando le grandi opportunità che la rete, fisica e infrastrutturale, offre ai cittadini e all’intera economia regionale. Come si può pensare di recitare un ruolo centrale nei sistemi di pagamento digitali, sicuri e tracciati, essere punto di riferimento per il risparmio e l’offerta assicurativa per le famiglie e poi ridurre personale ed uffici? Gli interventi di chiusura totale o parziale, con apertura a singhiozzo, riguarderanno come detto anche la nostra provincia. La situazione è preoccupante. Nulla di ufficiale, ma secondo i ben informati il taglio interesserà la provincia da nord a sud e in particolare gli uffici di Latina, Sermoneta, Campo di Mele e Suio. Altro elemento di forte perplessità riguarda il pesante ridimensionamento occupazionale a livello nazionale: è prevista un’uscita di oltre 20.000 lavoratori e le 8000 – tra assunzioni e conversioni – tanto sbandierate alla fine potrebbero rivelarsi ben poca cosa considerando che le conversioni riguardano personale già in servizio e le assunzioni pare siano al lordo delle riammissioni giudiziali previste. Questo cosa vuol dire? Riduzione di personale e di servizi alle popolazioni delle zone disagiate e specie per le parti economicamente più deboli. Anche in provincia, con le chiusure annunciate, si delinea il chiaro indirizzo a concentrare la presenza di Poste solo nelle zone più ricche, proprio mentre il bilancio di Poste fa registrare ampi profitti per l’azienda. Profitti ottenuti in gran parte grazie agli enormi sacrifici fatti dai lavoratori in questi anni. “Ci opporremo con tutte le nostre forze a tagli indiscriminati. Già ci siamo mossi qualche giorno fa lanciando l’allarme con una lettera ai presidenti dell’Anci e dell’Uncem, nazionali e regionali, e a tutti i sindaci dei Comuni interessati dalle chiusure. È un piano industriale che ci lascia molti dubbi perché penalizza fortemente il territorio con pesanti ricadute occupazionali”, conclude il segretario generale Notarianni. Noi, come SLP Cisl, non stiamo quindi a guardare e abbiamo già preannunciato e programmato un percorso di informazione e mobilitazione della categoria. Lazio Tv