In manette Fabio Galuppi, 21enne di Aprilia, e Angelo Palombo, 53enne di Latina. Duro colpo alla cosca ‘ndranghetista del clan Gallace, che era riuscita a infiltrarsi nel Lazio, operando nei territori di Anzio e Nettuno. In manette, dopo un’indagine dei Ros denominata ‘Paredra’, sono finite 14 persone, di cui tre agli arresti domiciliari. Gli arresti sono stati eseguiti nelle province di Roma, Catanzaro, Arezzo e Torino: tra le accuse, quelle di usura, furto, traffico di droga e di armi.
Sequestrate anche tre società , per un valore di un milione di euro, dislocate nelle province di Catanzaro, Torino e Arezzo, operanti nel settore edile e riconducibili a uno degli arrestati: Vincenzo Gallace, boss della cosca, originaria di Guardavalle, nel catanzarese. Le società , pur essendo intestate a prestanome, venivano dirette dal capoclan.
La cosca Gallace di Guardavalle era riuscita a infiltrarsi nel Lazio attraverso il supporto della famiglia Andreacchio, originaria di Guardavalle, nel catanzarese, ma da tempo insediata a Nettuno. In particolare, Alessandro Andreacchio era il responsabile, per conto dei Gallace, del traffico di droga nella zona di Anzio e Nettuno, servendosi di una fitta rete di spacciatori, anche autori di numerosi furti in abitazioni nel basso pontino.
Altro settore controllato dal capoclan Bruno Gallace era quello dell’usura, con l’imposizione di tassi di interesse al 20% mensile. Tra le vittime, anche alcuni commercianti della Capitale. Gli indagati favorivano anche la latitanza in Spagna di Annunziata Abbondanza, ricercata dal 2006 per traffico internazionale di droga. La donna, a cui Bruno Gallace e altri indagati inviavano periodicamente denaro, era stata arrestata al suo rientro in Italia nel 2008.
Gli indagati del clan Gallace, colpito da 14 arresti, sapevano di essere braccati dai Ros. A informarli era una loro talpa: un addetto alla segreteria di un pm della Procura di Roma.
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