Si chiamava Antonio Masci, l’uomo di 74 anni, originario del frusinate, trovato morto in un pozzo profondo circa diciotto metri dentro la sua proprietà ubicata in una frazione di Colli di Suso.
I militari dell’Arma erano sulle sue tracce da quando aveva tentato di incendiare due abitazioni i cui proprietari si erano costituiti parte civile in un processo per usura, che lo vedeva imputato da quindici anni.
All’alba di mercoledì scorso aveva piazzato alcune taniche di benzina davanti alla casa delle sue vittime, in via Santa Filomena.
Per appiccare il fuoco prova ad esplodere invano alcuni colpi di fucile. Ma i colpi svegliano i proprietari che riescono poi a domare il principio di incendio.
L’usuraio ripete lo stesso gesto in via Selva Piano…
Abbandonata automobile e fucile, fugge attraverso la fitta vegetazione di un bosco limitrofo.
Nella sua casa i militari hanno trovato la lettera con cui ha spiegato i motivi del suicidio.
Antonio Masci era stato già condannato in primo grado a risarcire tra l’altro le parti civili. Non avendo egli, però, saldato il debito con le vittime da egli un tempo ricattate, la sua casa era stata pignorata.