Innovazione, sostenibilità, qualità, e soprattutto giovani. Sono questi i punti fermi che contraddistinguono il rilancio dell’economia legata al lavoro nei campi, dove ad essere protagonisti, appunto, sono sempre più i giovani. Ragazze e ragazzi con un età compresa tra i 20 e i 40 anni, disoccupati, laureati non solo specializzati in campo agricolo, ma anche ormai ex liberi professionisti, che si trasformano in imprenditori della terra.
E se in Italia sono quasi 8000 le nuove start up verdi, la Provincia di Latina, con il capoluogo in testa, fa registrare un dato importante quanto significativo che conferma il trend nazionale. A confermarlo non solo i dati ufficiali di Camera di Commercio e associazioni di categoria, ma anche altri parametri, come ad esempio il vertiginoso aumento della compravendita terreni agricoli, come sottolineato dalla Agri Real Estate, il noto organismo di intermediazione di terreni e aziende agricole, nonché di consulenza fondi per il loro avviamento, con sede proprio nel capoluogo.
Solo nel 2016, le compravendite hanno avuto un incremento del 26% e nel corso di questo anno la percentuale è destinata a crescere in maniera ulteriore. E a comprare e ad insediarsi come nuovi agricoltori ci sono loro: i giovani. Le agevolazioni e gli strumenti di finanziamento messi a disposizione dall’Europa, dallo Stato centrale e dalla Regioni, che prevedono limiti di età proprio nella fascia tra i 18 e i 40 anni, hanno sicuramente riacceso un interesse particolare verso il settore, ma come spiegano gli analisti della Agri Real Estate, al di là delle opportunità finanziarie per avviare una attività agricola, emergono sempre più figure dotate di nuove competenze.
“Le vecchie tecniche agricole, improntate sulla filosofia del “product oriented”- spiegano i professionisti della Agri Real Estate-, sono sempre più soppiantate da quelle nuove del “marketing oriented”, ovvero volte alle produzioni agricole che il mercato può assorbire. In pratica si punta sempre più ad una agricoltura sostenibile e di qualità, che vede i giovani imprenditori agricoli locali lottare contro la globalizzazione dei prodotti alimentari. Nella nostra provincia, compresa la città capoluogo, la vision dei giovani che si insediamo per la prima volta o che subentrano in aziende già esistenti, già dal momento della richiesta di acquisto, è esattamente rivolta in questa direzione: avere a disposizione nel terreno che si intende acquisire, subito i presupposti per una produzione di qualità in grado di arrivare al consumatore finale attraverso una filiera cortissima. E anche le idee innovative che ci espongono in sede di colloquio, non mancano di certo”. Insomma, a quanto pare, l’unico rimedio alla crisi lavorativa dei giovani sembra essere proprio lo sviluppo di una agricoltura innovativa, che abbia come presupposto principale quello di tutelare anche la salute dei consumatori e la salubrità del territorio.