Convalidato l’arresto. Questo pomeriggio gli altri interrogatori.
Questa mattina è stata interrogata Laura Lusena Sciarretta, 78 anni dal Gip Laura Matilde Campoli. le accuse per lei sono la detenzione illegale di una pistola senza matricola, difesa dall’avvocato Silvia Siciliano, ha riferito che l’arma trovata dalla Polizia in un cassetto nel corso delle perquisizione era un vecchio ricordo del marito. Il procuratore aggiunto di Latina Nunzia D’Elia ha chiesto la conferma degli arresti domiciliari. Il Gip ha convalidato il fermo, riservandosi sulla misura. Questo pomeriggio gli altri interrogatori. Inanto il giudice Antornio Lollo si trova rinchiuso nel carcere di Rebibbia a Roma. SULLA VICENDA INTERVIENE ANCHE IL CONSIGLIERE REGIONALE PD ENRICO FORTE “Verificare tutte le procedure”
«Ribadendo la mia totale fiducia nella magistratura sana, quella che grazie ad un’accurata indagine è riuscita a portare alla luce l’esistenza di un sistema corrotto all’interno del tribunale di Latina, auspico che questa sia l’occasione per verificare fino in fino in fondo la correttezza di tutte le procedure relative a casi di fallimento dei quali si sono occupate le persone oggetto dell’indagine, a tutela dei lavoratori e degli imprenditori coinvolti. Dalle istituzioni e dalla politica deve partire un messaggio chiaro che ribadisca l’esigenza di totale trasparenza in ogni pratica e riaffermi il principio della legalità». Enrico Forte, consigliere regionale del PD, commenta così lo scandalo che ha travolto il Tribunale di Latina e che ha portato all’arresto del giudice Lollo . «L’inchiesta avviata dalle Procure di Latina e Perugia che ha coinvolto un giudice del Tribunale di Latina oltre ad alcuni commercialisti e consulenti operanti nell’ambito delle procedure fallimentari – sottolinea Forte – ha portato alla luce uno scenario inquietante rispetto alla gestione di un settore delicatissimo per l’economia del territorio pontino, scenario sul quale attendiamo che sia fatta piena luce. Il quadro emerso finora ci restituisce l’immagine di un sistema pesantemente corrotto organizzato da un gruppo di persone, tra le quali un magistrato, una cancelliera del Tribunale ed un brigadiere della Guardia di Finanza, che da tempo si arricchiva distraendo denaro ai danni di aziende fallite. Una pratica ancora più odiosa – conclude il consigliere regionale – visto che è stata messa in atto colpendo soprattutto centinaia di lavoratori rimasti senza occupazione in un contesto economico complessivamente difficile a causa di una crisi che si protrae ormai da tempo». Lazio Tv