Una giornata campale ha messo in ginocchio l’emergenza sanitaria a Latina e dintorni, con il Pronto Soccorso dell’ospedale Santa Maria Goretti che ha vissuto ore di autentico collasso. L’elevato afflusso di pazienti, ormai una costante, ha saturato i posti letto disponibili, paralizzando di fatto la capacità dell’intera struttura ospedaliera di gestire nuovi ricoveri.
Il momento più critico si è registrato nella mattinata di ieri, quando una decina di ambulanze si sono ritrovate bloccate all’esterno del triage. L’assenza di posti disponibili all’interno del Pronto Soccorso ha impedito il trasferimento dei pazienti dalle barelle, creando un ingorgo che ha rischiato di mandare in tilt l’intera macchina dei soccorsi sul territorio. La paralisi è stata scongiurata solo grazie all’impiego di un’ambulanza per un servizio di “spola” tra i luoghi di intervento e l’ospedale, mentre gli altri mezzi restavano fermi in attesa.
L’apice dell’emergenza è stato raggiunto intorno all’ora di pranzo, quando il triage del Santa Maria Goretti ha registrato un picco di 125 pazienti in trattamento, con una ventina in attesa di essere visitati. Sebbene i codici rossi fossero pochi, tutti i pazienti necessitavano di un periodo di osservazione e valutazione delle diverse patologie.
Alla radice di questa emergenza vi è l’annosa e cronica carenza di posti letto in tutti i reparti ospedalieri. Questa lacuna rallenta, e in molti casi blocca, il trasferimento dei pazienti dal Pronto Soccorso, che di conseguenza si intasa. Una situazione ulteriormente aggravata dalla carenza di strutture sanitarie periferiche sul territorio, che potrebbero alleggerire il carico sull’ospedale centrale.
A contribuire al sovraffollamento si aggiunge il problema degli accessi impropri: un numero ancora troppo elevato di pazienti si reca al Pronto Soccorso per patologie che non ne richiederebbero l’intervento. Questa realtà si ripercuote pesantemente anche sul personale sanitario, costretto a gestire un flusso costante di utenti, spesso in condizioni di disagio, con pazienti sistemati anche lungo i corridoi e la necessità di contenere il malcontento dei cittadini.