Dopo lo sconcerto, la rabbia e il dolore, l’inchiesta sull’uccisione di Matteo Vaccaro è arrivata al primo importante giro di boa. I sei componenti del gruppo che quella sera ha affrontato i due fratelli con un’arma sono tutti in carcere
, chiamati a rispondere del concorso in omicidio aggravato, inchiodati dalle testimonianze di che quella notte ha assistito al regolamento di conti all’interno del Parco Europa. Ma la situazione potrebbe in qualche modo assumere dal punto di vista processuale contorni diversi alla luce dell’atteggiamento dai ragazzi subito dopo l’arresto e nel corso degli interrogatori in carcere. L’unico che aveva ammesso tutto sin dall’inizio compreso il fatto di avere impugnato l’arma e sparato, Alex Marroni, in carcere davanti al giudice per le indagini preliminari ha invece scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere e quindi di non confermare la versione resa in questura al sostituto procuratore Giuseppe Miliano. Analoga la scelta fatta Fabrizio Roma, Matteo Ciaravino e Francesco D’Antonio che sono rimasti in silenzio. Gianfranco Toselli e Paolo Peruzzi, al contrario, hanno parlato ma soltanto per chiarire di non essere a conoscenza che Marroni avesse portato la pistola, di essere andati lì per chiarire il malinteso di qualche sera prima. E proprio sulla presenza dell’arma sembra doversi giocare la strategia difensiva, soprattutto quella di coloro che almeno nel primo interrogatorio sono stati chiamati in causa da Marroni: era stato proprio lui, infatti, a raccontare agli investigatori che quella pistola con matricola abrasa, in realtà era di Francesco D’Antonio per conto del quale lui la custodiva e che gli aveva chiesto di prenderla quel lunedì sera. E a precisare che nel buio del Parco Europa i suoi amici lo avevano invitato a tirarla fuori ed usarla. Un elemento che inchioda tutti alle medesime responsabilità a meno che nelle prossime le cosa raccontate da Marroni non lascino spazio ad una diversa versione dei fatti, tutta tesa a rendere più “leggera” la posizione degli altri cinque, alcuni dei quali peraltro hanno già qualche precedente penale e non di poco rilievo. Per ora nessuno dei legali ha ipotizzato di ricorrere al Riesame ma le prossime ore potrebbero riservare novità.
Elena Ganelli dal Corriere Pontino del 7 febbraio 2011