Un’istanza al giudice per le indagini preliminari per chiedere la scarcerazione dell’indagato, che si trova rinchiuso dalla notte del 31 gennaio scorso. Il legale di Francesco D’Antonio, uno dei sei arrestati per il delitto di Matteo Vaccaro, tenta la carta di una misura cautelare meno afflittiva per il 21enne. L’istanza di scarcerazione presentata al gip del tribunale di Latina è motivata dall’incompatibilità dell’indagato con il regime carcerario. Sulla base della richiesta è stato già affidato l’incarico a un perito di Roma che dovrà disporre un accertamento di natura psichiatrica sullo stato di salute di Francesco D’Antonio. La relazione del perito sarà poi presentata e discussa nel corso dell’udienza che il Gip ha fissato al prossimo 26 maggio. Secondo la ricostruzione della drammatica sera del litigio scoppiato nel ristorante Pietranuda gestito dalla famiglia Vaccaro, fu proprio D’Antonio ad intervenire, presentandosi al ristorante, in sostegno di un cugino che era stato cacciato poco prima, e minacciando Matteo Vaccaro e il fratello. Due giorni dopo la lite, l’appuntamento fatale al parco Europa. I fratelli Vaccaro volevano delle scuse ufficiali. Ma all’appuntamento con D’Antonio i due ragazzi si sono trovati di fronte un gruppo di sei persone. Alex Marroni aveva il compito di “scarrellare”. E ha sparato poco dopo essere sceso dall’auto. Un primo colpo a vuoto, poi il secondo ha trafitto il cuore di Matteo e il terzo ha mancato suo fratello.
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