Nuovo passaggio tecnico nell’inchiesta per l’omicidio di Massimiliano Moro, ucciso esattamente un anno fa all’interno della sua abitazione di largo Cesti, nel quartiere Q5.
Un delitto inserito senza ombra di dubbio nell’ambito della guerra tra gruppi criminali contrapposti esplosa nel capoluogo pontino all’inizio del 2010 con il tentato omicidio di Carmine Ciarelli. Per la morte di Moro l’unica persona iscritta nel registro degli indagati dal sostituto procuratore Marco Giancristofaro, titolare dell’indagine, è il 20enne Andrea Pradissitto. Ieri mattina davanti al giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina si è svolto l’incidente probatorio per l’estrapolazione del Dna come richiesto dall’accusa. Il gup Tiziana Coccoluto ha provveduto a nominare il consulente chiamato ad eseguire per conto del Tribunale la perizia nell’ambito dell’incidente probatorio: l’incarico è stato affidato a Filippo Barni, capitano dei Carabinieri del Ris di Roma che dovrà riscontrare se le tracce trovate nell’appartamento di largo Cesti in cui Moro venne ucciso, in particolare quelle isolate sul collo di una bottiglia, siano compatibili con il profilo biologico dell’indagato. Per quanto riguarda la Procura della Repubblica invece, ha provveduto a nominare come proprio consulente il professor D’Agostaro dell’Enea mentre la difesa di Pradissitto, rappresentata dagli avvocati Gaetano Marino e Oreste Palmieri si è affidata al dottor Saverio Potenza. Il perito del Tribunale ora ha a disposizione sessanta giorni di tempo per consegnare al gup il resoconto degli esami in questione. In realtà il prelievo del Dna su Pradissitto era stato effettuato in maniera coattiva poco dopo la sua iscrizione nel registro degli indagati mentre gli investigatori avevano poi chiesto alcuni mesi fa la possibilità di effettuare accertamenti tecnici non ripetibili. Un passaggio che però non è mai stato effettuato tanto che poi l’accusa ha chiesto al gup l’incidente probatorio, richiesta accolta. Dagli esami ci si aspettano esiti risolutivi per l’indagine.
Elena Ganelli dal Corriere Pontino del 25 gennaio 2011