Penultimo atto davanti ai giudici della Corte d’Assise d’Appello del processo per l’omicidio di Fabio Buonamano, ucciso il 26 gennaio del 2010 in via Monte Lupone a Latina. Nei confronti di Giuseppe Romolo Di Silvio, il pm ha chiesto oggi al termine della sua requisitoria la condanna a 30 anni di reclusione, escludendo le aggravanti. In aula ha parlato uno dei difensori dell’imputato, nel corso della prossima udienza fissata per l’undici ottobre parleranno gli altri legali di Romolo e poi è fissata la sentenza. In Cassazione per l’omicidio di era stato condannato già il nipote di <romolo< p=””>
Per il procuratore generale di Roma, Francesco Antonio Larosa, non ci sono dubbi: anche Giuseppe ‘Romolo’ Di Silvio è responsabile della morte di Fabio Buonamano, ucciso a Latina nel gennaio 2010. E per questo merita la conferma in appello della condanna a 30 anni di reclusione, a lui inflitta dalla Corte d’assise di Latina. Si dovrà attendere metà mese per conoscere la decisione della III Corte d’assise d’appello di Roma, davanti alla quale oggi Di Silvio si è presentato per il giudizio di secondo grado. Fabio Buonamano fu ucciso a Latina il 16 gennaio 2010 con tre colpi di pistola sparati da distanza ravvicinata alla testa, al collo e al torace. L’autopsia stabilì che il decesso fu immediato, che subito dopo un’autovettura era passata sopra il corpo del giovane, non escludendo anche una colluttazione prima degli spari. Per questo fatto è già stato condannato in via definitiva a 20 anni di reclusione (dopo il rito abbreviato), Costantino Di Silvio, il nipote di Romolo che fin dall’inizio ha cercato di scagionare lo zio, sostenendo di avere fatto tutto da solo, nel corso di un litigio – poi degenerato – per la restituzione di circa cinquemila euro; e che era stato lo stesso Buonamano a tirare fuori una pistola facendo partire un colpo che lo aveva ferito alla mano. Per l’accusa, invece, l’omicidio maturò nell’ambito del controllo degli affari criminali nel capoluogo pontino.