Come aveva già fatto per i cinque indagati messi in carcere, sciolta la riserva, il gip Nicola Iansiti ha negato la revoca o la modifica della misura per i nove ai domiciliari.
Continuano così a restare privi della libertà i funzionari della Motorizzazione, Laura Terlizzo e Carmine Maietta, e i titolari delle autoscuole Mario Livornese, di Minturno, Franco Ronconi, di Latina Scalo, Linda Iudicone, di Itri, Sergio Bologni, di Sezze, Massimo Camelio, di Gaeta, Giuseppe Antigiovanni, di Formia, e Gerardo Tomao, di Minturno, costretti ai domiciliari. A trovarsi, invece, ancora in carcere sono Antonella Cianfoni, Pietro Lestingi, Roberto Becchimanzi, tutti funzionari della Motorizzazione, Antonio Ezio Rossini, titolare di autoscuole a Terracina, Monte San Biagio e Fondi, e Francesco Spaziani, titolare di autoscuole a Latina e San Felice Circeo.
Secondo gli inquirenti, all’ombra della Motorizzazione di Latina era stata costituita un’associazione per delinquere, che in cambio di mazzette concedeva a chiunque la patente di guida. In totale gli indagati sono 169.
Un’inchiesta nata da un servizio di “Striscia la notizia”, nel 2010, sull’autoscuola di Bologni, a Sezze, e allargatasi a macchia d’olio tra pedinamenti, intercettazioni e interrogatori. La battaglia principale alcuni degli arrestati la combatteranno comunque mercoledì prossimo, davanti al Tribunale del Riesame di Roma, chiamato a pronunciarsi sull’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Iansiti.