Gli inquilini di via Respighi sono tornati a stanziare sotto i portici del Comune. La loro emergenza non è stata in nessun modo risolta dall’amministrazione comunale.
Sul caso interviene CasaPound: “Sconcertante! E’ l’unica parola che riassume l’atteggiamento del Comune nei confronti dei cittadini sgomberati da via Respighi! Dopo lo sgombero sono stati prima sistemati negli alberghi, poi attendati nei campeggi con la promessa di sistemarli nei container(che erano stati finanziati ed acquistati dalla regione per i campi rom) , in attesa di una ancora non chiara e definitiva sistemazione. Il 15 settembre verranno sistemati ancora nei campeggi, ma questa volta nelle roulotte. Non c’e’ che dire, CasaPound esprime profonda solidarietà alle famiglie che non sanno più a che santo rivolgersi. Siamo in un paese dove agli immigrati che sbarcano a migliaia viene data un’immediata sistemazione, sigarette e scheda telefoniche. Ai rom si fanno campi con i servizi. Agli italiani in difficoltà si da’ un benservito.”
SUL CASO INTERVIENE ANCHE VALORE DONNA
“I Servizi Sociali, da anni ormai, non svolgono la loro funzione. Nessuno di coloro che si sono rivolti agli uffici di piazza del Popolo è mai riuscito ad ottenere una qualche risposta da assessori o funzionari che anzi, quando chiamati in causa, sono stati solo in grado di trincerarsi dietro al “no comment” o a frasi del tipo “che ci possiamo fare, non ci sono i soldi”.
“E noi lo sappiamo bene che non ci sono i soldi – spiega Valentina Pappacena – perché tutti i giorni non facciamo altro che cercare di risolvere i problemi economici e soprattutto abitativi delle tante famiglie che si rivolgono a Valore Donna. La nostra associazione, con i suoi fondi, aiuta in continuazione le persone in difficoltà, ma la drammatica situazione economica in cui versa la nostra provincia, come ben sapete – aggiunge la Pappacena – si aggrava di giorno in giorno. E’ quotidiana, ormai, la richiesta di aiuto da parte di famiglie (tra cui molti anziani e famiglie con bambini piccoli) che non riescono a pagare l’affitto, le bollette, addirittura in certi casi non riescono a comprare i beni di prima necessità. Le notizie che ogni giorno ci raccontano i giornali, parlano di aziende che chiudono e di lavoratori in cassa integrazione, quando va bene – spiega il presidente di Valore Donna – e molti di loro rischiano di trovarsi in situazione di grande emergenza e di andare a d ingrossare, ancora di più, le liste di coloro che faticano ad arrivare a metà mese! Ormai non si può parlare nemmeno più della fine del mese. Uno dei prossimi sfratti che stiamo seguendo è in programma lunedì, ma purtroppo non è l’unico. Queste famiglie non sanno dove andare e certo le tende – aggiunge Valentina Pappacena – non sembrano essere la soluzione migliore. Inoltre – spiega ancora la presidente dell’associazione – il Comune di Latina non ha ancora ottemperato alle novità imposte dal nuove Decreto pubblicato lo scorso mese di luglio sulla Gazzetta Ufficiale secondo cui le amministrazioni dei comuni in Italia, che sono ad alta tensione abitativa, devono (in base all’articolo 6 comma 5 della legge 124/2013 e secondo i criteri del decreto attuativo del ministero delle infrastrutture 14 maggio 2014 pubblicato sulla gazzetta ufficiale il 14 luglio 2014) disporre da subito l’elenco delle famiglie con i requisiti per la morosità incolpevole e inviarlo al Prefetto. Questo Decreto prevede inoltre – aggiunge Valore Donna – che una volta stilate le nuove graduatorie degli sfratti sempre i Comuni debbano fare “accompagnamento sociale o verso la stipula di un nuovo contratto a canone agevolato o verso il passaggio da casa a casa in alloggio pubblici”. Tutto questo non è ancora stato preso in considerazione dal sindaco e dalla sua amministrazione che, anche su questo fronte – conclude Valentina Pappacena – si dimostra sempre più sordo e completamente disinteressato a quelli che sono i reali problemi dei cittadini. Valore Donna torna a chiedere all’amministrazione comunale di trovare una soluzione così come si fa in altri comuni d’Italia dove le case popolari non ci sono ovvero mettendosi intorno ad un tavolo con costruttori ed Enti che hanno tantissimi appartamenti sfitti per trovare soluzioni e mettere finalmente in atto una politica mirata ad aiutare realmente chi ha più bisogno”.”