Nuovo atto intimidatorio nei confronti di un magistrato di Latina.
Questa volta ad essere preso di mira, dopo le epigrafi che annunciavano la morte il 25 novembre ed i funerali il 28 novembre del magistrato Lucia Aielli, ritrovamento fatto il 19 novembre, quando le epigrafi sono state rivenuto affisse fuori il liceo delle figlie, è toccato al magistrato Nicola Iansiti, presidente dell’ufficio del giudice delle indagini e delle udienze preliminari. Qualche notte fa, sul pianerottolo della sua abitazione sarebbero state ritrovate delle feci. Fatto ancora più agghiacciante è che l’autore ha agito indisturbato riuscendo ad arrivare a due passi dalla porta di casa del giudice Iansiti senza essere notato, almeno così sembrerebbe. Appena fatto il ritrovamento il mattino seguente, sono stati immediatamente avvertiti i carabinieri del comando provinciale che hanno avviato le indagini, cercando di individuare gli autori o l’autore e le cause che avrebbero portato ad un simile gesto. I militari stanno ora visionando le immagini di video sorveglianza presenti nella zona alla ricerca di elementi utili alle indagini. Il giudice Iansiti non è nuovo a gesti intimidatori contro la sua persona, 17 anni fa furono sparati 7 colpi di pistola contro la propria auto parcheggiata sotto casa. Un episodio di estrema gravità che arriva a distanza di una settimana dell’arrivo della commissione antimafia a Latina, avere una visione più chiara di quanto sta accadendo in provincia. Parla la “Caponnetto”
“A Latina gravi infiltrazioni malavitose”
Dopo quanto accaduto ai giudici Aielli e Iansiti, le minacce ai magistrati pontini sono diventate un caso nazionale. Numerosi gli interventi che si sono susseguiti nelle ultime ore, l’ultimo è quello dell’ “Associazione Nazionale per la lotta contro le illegalità e le mafie Antonino Caponetto”. Il messaggio della nota è tutto racchiuso nel titolo che, non lasciando spazio all’immaginazione, recita: “Se non è mafia questa diteci che cos’è”. «E’ trascorso appena un mese dalla grande manifestazione degli studenti di Latina a seguito dei manifesti funebri riferiti al giudice Aielli – fanno sapere dalla Caponetto – e a distanza di pochissimo tempo viene preso di mira il dottor Iansiti che, peraltro, era già stato interessato da un atto intimidatorio anni fa quando vennero esplosi alcuni colpi di pistola contro l’auto di sua moglie. Ora gli attentatori sono arrivati fino alla porta d’ingresso della sua abitazione, sul pianerottolo, lasciando degli escrementi quasi a voler dire “siamo saliti fin qui e ti abbiamo sotto tiro”. La sfrontatezza dimostrata da questi criminali è tipica delle organizzazioni di natura mafiosa. Non abbiamo dubbi ed è per questo che non tolleriamo i politici investiti da cariche pubbliche che hanno ancora il coraggio di gridare l’inesistenza della malavita organizzata in provincia di Latina. E questi episodi inquietanti – conclude l’associazione in tono retorico – a chi dovrebbero dunque essere attribuiti?». Mentre i carabinieri del comando provinciale indagano sbobinando le immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza della zona, del caso se ne occuperà anche il Comitato per l’ordine e la sicurezza in una riunione che si terrà in prefettura alla presenza dei vertici istituzionali e delle forze dell’ordine. Lazio Tv