I malati al Fiorini vengono “parcheggiati” sulle barelle per mancanza di posti letto. Così alla malattia si aggiunge anche un’attesa estenuante.
Non c’è la possibilità di trasferire i degenti altrove: tutti i nosocomi della provincia sono al completo. Ospedale al collasso. Sono i classici malesseri di stagione a creare dei flussi notevoli in arrivo nella struttura dedicata all’emergenza, tanto da aver fatto esaurire i posti letto a disposizione, creando condizioni insostenibili. Succede che i malati con le affezioni più serie vengono sistemati in barella nella speranza che prima o poi si liberi un posto in reparto o in altri ospedali, anche fuori provincia. È capitato anche che qualcuno abbia passato tutta la notte nelle sale del pronto soccorso in attesa di buone notizie per l’indomani. La situazione va avanti ormai da qualche giorno. Passando all’interno della struttura, è possibile notare i letti di fortuna che si trovano nei corridoi dei reparti di medicina e chirurgia. Per i casi più leggeri, si è preferito rimandare i pazienti a casa, nella speranza che il giorno dopo si liberasse per loro un posticino. Evidenti i rischi derivanti da una tale precarietà. Un codice rosso in arrivo avrebbe potuto creare enormi difficoltà in una condizione di intasamento della struttura. Il quadro è ulteriormente aggravato dalla mancanza di posti letto in tutto il comprensorio sanitario della provincia pontina e finanche della regione Lazio. L’inadeguatezza dell’ospedale locale è legata a filo doppio alla chiusura dell’ospedale di Priverno e alla conversione della Clinica Villa Azzurra da clinica privata a Rsa (residenza socio assistenziale) per le lunghe degenze. I posti letto soppressi non sono stati rimpiazzati da maggiori disponibilità all’interno del Fiorini. Si è venuta a creare una situazione cronica, come una malattia che non lascia speranze. «Un ospedale, quello terracinese, progettato strutturalmente per una capienza di circa 250 posti letto ne utilizza oggi solamente circa 90!» rimarcano i responsabili UIl-Fpl Latina Giancarlo Ferrara, Angela Papa e Luigi Russo, in riferimento a un documento di indirizzo regionale che è rimasto solo su carta. Sarebbe dovuto servire per eliminare o, quanto meno, arginare il problema del pendolarismo sanitario, invece è rimasto lettera morta.
Rossella Bersani dal Corriere Pontino del 20 gennaio 2011