Il sergente Massimiliano Ramadù, 33 anni di Cisterna, è una delle vittime dell’agguato ai soldati italiani in Afghanistan.
Militari italiani ancora nel mirino in Afghanistan: due sono stati uccisi e altri due sono stati gravemente feriti alle gambe, anche se non sono in pericolo di vita, in seguito ad un attentato nel Nord Est del Paese, nella zona vicino a Herat controllata dalle forze italiane dell’Isaf. I feriti sono stati immediatamente evacuati presso l’ospedale da campo di Herat con elicotteri Isaf.
Il sergente Massimiliano Ramadù, era nato a Velletri l’8 febbraio 1977, aveva abitato a Cisterna di Latina fino al luglio scorso per poi trasferirsi a Torino. Ramadù era sposato dal 2009 con Annamaria Pittelli. I suoi genitori, Cesare Ramadù e Laura Massimiliani, vivono ancora a Cisterna di Latina assieme ai due fratelli gemelli di Massimiliano, Franco e Carlo.
Il sindaco di Cisterna di Latina, Antonello Merolla, si è recato subito dopo aver appreso la notizia a casa dei familiari di Massimiliano Ramadù a Cisterna, dove vive la moglie del militare, e dove, appena appresa la tragica notizia è cominciato un via vai di parenti ed amici. I genitori del 33enne abitano invece in centro. Per ora il sindaco non ha voluto rilasciare dichiarazioni.
Il rientro della salma in Italia avverrà mercoledì.
Intanto un fascicolo per ‘strage con finalità’ di terrorismò è stato aperto dalla procura di Roma in relazione all’attentato. Il procedimento è stato affidato al pm Giancarlo Amato, che fa parte del ‘pool’ dei magistrati che si occupano di terrorismo. Gli accertamenti sono stati assegnati ai carabinieri del Ros che nelle prossime ore consegneranno una prima informativa su quanto accaduto.