Silvia Giralucci, sabato 3 dicembre 2011, presenta a Latina il suo libro “L’inferno sono gli altri-cercando mio padre vittima delle Br nella memoria divisa degli anni Settanta” ( ed. Mondadori ).
L’evento è curato dall’Associazione Culturale Dulainn ed il palcoscenico è offerto dall’Irish Pub Doolin di Latina, con la ormai consueta rubrica Incontro con l’autore ideata da Ferdinando Parisella. Grazie alla sensibilità e la nota verve della regista RAIRadio 1 , Roberta Di Casimirro, l’Irish Pub Doolin è pronto ad accendersi di storie e di storia , ricordi e racconti. E musica. Ci sarà anche Junio Guariento, uno dei fondatori del gruppo musicale “Compagnia dell’anello” che in quegli anni cominciava a cantare da un lato del mondo giovanile che si voleva ghettizzare a tutti i costi.
Il 17 giugno del 1974, Silvia aveva solo tre anni. Non sapeva ancora che quel giorno, da lì a breve, avrebbe segnato per sempre la sua vita.
Nella sede del MSI di Padova, infatti, un commando delle Brigate Rosse freddava senza pietà il padre, Graziano Giralucci, ed il suo amico Giuseppe Mazzola. Un omicidio che gli assassini definiranno un “incidente” durante una perquisizione proletaria.
Partendo da un punto di vista umanamente molto interessato alle vicende di quegli anni, l’autrice va alla ricerca delle ragioni di un decennio,dello spirito del tempo in cui per la politica valeva la pena morire o uccidere,di rischiare di rovinarsi la vita.
” Dopo trentacinque anni mi è venuta la voglia di capire e di superare. Se non ho potuto iniziare l’elaborazione del lutto con un funerale che non ero in grado di capire, ora la memoria diventa la risposta a un bisogno profondo di cercare, nella storia, le ragioni della mia ferita. Più che sapere che cosa è successo quella mattina nella sede missina di via Zabarella- continua Silvia Giralucci – sento la necessità di comprendere lo spirito del periodo in cui per la politica valeva la pena morire o rischiare di rovinarsi la vita. E, in questo senso, Padova si presenta come un microcosmo perfetto.”
E’ infatti a Padova che Flavio Zanonato ( sindaco di sinistra ), dopo oltre trent’anni la morte di Giralucci e Mazzola, ha commemorato le vittime con una cerimonia istituzionale. Grazie ad un’ ordinanza dello stesso, la targa ricordo, prima appesa ad un palo perchè i condomini del palazzo dove i due uomini furono uccisi si rifiutavano di metterla su un muro, è stata definita un’opera di pubblica utilità e da allora gode di una più dignitosa residenza.
Nelle motivazioni della sentenza della corte d’Assise si legge : “l’omicidio di Mazzola e Giralucci non è stato determinato nè dalla necessità per gli esecutori di assicurarsi l’impunità degli altri delitti fino a quel momento compiuti, nè più genericamente dalla necessità di assicurarsi una via di fuga: si è trattato di un atto immotivato e privo di scopo e -per converso- cinico e crudele, cui non pare neppure applicabile l’etichetta di un’ideologia, per quanto distorta e faziosa.”
Germana Ruggeri
Seguiranno altri incontri con Giuseppe Giaccio, Stefano Zecchi, Marcello Veneziani, Mario Michele Merlino…ed altri ancora