Quella della moda unisex per bambini è una vera rivoluzione che ha coinvolto il mondo della moda, portandolo così verso una nuova dimensione. Una rivoluzione appoggiata in toto dai genitori, come conferma l’analisi effettuata da idealo.
L’analisi è stata elaborata in base alle esperienze di alcuni genitori che hanno sposato il concetto di moda unisex per bambini, raccontando le scelte dei propri figli. Come quella di Silvio, un papà blogger che ha capito l’importanza della bigenitorialità e il superamento degli stereotipi tradizionali per quanto riguarda il ruolo paterno e quello materno.
Oppure come Andrea, papà di Riccardo, Filippo e Diletta che ha raccontato come molte abitudini e comportamenti dei suoi bambini sono semplicemente dettati dal desiderio di emulare i genitori.
Una rivoluzione figlia della moda unisex, nata negli anni sessanta ed associata ad un tipo di abbigliamento che ha l’obiettivo di reagire contro la rigida imposizione dei tradizionali ruoli uomo-donna della generazione precedente. Questo movimento ha prodotto uno stile che flirta con l’idea di gender neutrality e che nella sua concretezza si presenta sotto il nome di “uniformità”, perché, alla fine, è di questo che si tratta.
Il fenomeno della moda genderless si è presentato in un momento storico-culturale durante il quale la tematica legata alle identità di genere si sta facendo sempre più calda e attuale (come è poi successo con la nascita dell’unisex negli anni ’60, un pilastro del femminismo della seconda ondata che denunciava l’immutata subordinazione della donna all’uomo nonostante il riconoscimento della parità in ampi settori della vita sociale). Ma questa volta la denuncia ha preso una forma chiara ed evidente.
La moda unisex ha dunque azzerato le differenze tra i generi creando così un senso di uniformità sessuale. Il fenomeno genderless nel mondo della moda ci riporta invece con i piedi per terra, dove le persone sono reali, vive, e riprende in mano il concetto di genere, aprendolo a tanti meravigliosi significati che ci danno la possibilità di sviluppare il nostro senso estetico e conseguentemente la nostra identità. La moda agender/gender-neutral/genderless vuole sfidare quello che è il genere come categoria storico-culturale.
Togliendo i paletti alla costruzione culturale dell’estetica maschile e femminile significa così dare la possibilità a qualsiasi individuo che non si rispecchia nella definizione binaria dell’abbigliamento, di avere un tipo ti rappresentazione possibile, e quindi un conseguente riconoscimento in un contesto societario.
Con questo nuovo approccio a questo genere di moda si ha una certa fluidità che supera i confini tra moda maschile e femminile e dilaga sempre di più, partendo della moda street e sportiva, fino alla haute couture.
Gli esempi sono sempre più numerosi: nei magazzini Selfridges di Londra apre un concept store di moda unisex chiamato “A Gender”, mentre Burberry propone camicie di pizzo per uomo da indossare con la cravatta. John Richmond sceglie, come Gucci, Milano per la sua prima sfilata unisex e Balmain Homme presenta la sua collezione Autunno/Inverno 19/20 con look intercambiabili per uomini e donne.