Il mito del leggendario Re Artù accompagna la cultura fin dal quinto secolo D.C. La figura del condottiero britannico comparve infatti in alcuni romanzi medievali per poi affermarsi definitivamente come simbolo della letteratura che oggi definiremmo fantasy. Ne è passato di tempo da quegli anni ma il mitico re, la sua spada Excalibur, Mago Merlino, Camelot e il Santo Graal ci tengono compagnia ancora oggi. Dove? Nel fantastico mondo del gaming.
La leggenda di Re Artù è stata protagonista di ogni categoria e tipologia di videogame. Ci sono slot machine come The Sword and The Grail disponibile su PokerStars Casino in cui andare a caccia del sacro Graal cercando di ottenere la migliore combinazione di simboli a tema. Oppure avventure pionieristiche come Excalibur e Galahad and The Holy Graal, entrambe usciti a inizio anni ‘80 per Atari 8-bit. O ancora avventure grafiche come il cult Conquests of Camelot: The Search for The Grail sbarcato su Amiga e Ms-Dos nel 1989.
Le cose si fanno più “serie” all’incirca negli anni ‘90, decennio passato alla storia del gaming per l’avvento delle console (e dei giochi) a 16-bit. Sono gli anni di Knights of the Round, titolo a metà fra picchiaduro e gioco di ruolo uscito nel 1991 per Super Nintendo, di King Arthur’s World, strategico a scorrimento orizzontale datato 1993 e di Young Merlin, uno dei primi action RPG della storia dei videogiochi.
Fin qui abbiamo parlato di giochi seminali, spesso ispirati a best seller dei vari generi (Zelda, ad esempio), che hanno riscosso successi di vendita più o meno alterni. E se in questa categoria rientrano anche titoli come Magic and Mayhem del 1998 (ottimo gioco a turni apprezzato dagli appassionati per il sistema di incantesimi) e Arthur’s Knights: Tales of Chivalry, la questione cambia totalmente con l’inizio del nuovo millennio grazie all’arrivo dell’incredibile Dark Age of Camelot (2001).
Per chi non lo conoscesse stiamo parlando di uno dei primi MMORPG (multiplayer giocabile esclusivamente online) in 3D che ha scritto le basi per quella che a oggi è una delle categorie di videogioco più amate al mondo, sia a livello amatoriale che professionale.
Dopo 5 anni con sporadiche e dimenticabili uscite a tema “arturiano”, si torna su alti livelli nel 2006 grazie a Tomb Raider: Legend, primo capitolo di una trilogia completata negli anni successivi da Tomb Raider: Anniversary e Tomb Raider: Underworld. In Legend, Lara Croft sarà proprio sulle tracce di Re Artù e si ritroverà per le mani una spada mitica con molti punti in comune con Excalibur.
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Il triennio 2009-2012, invece, è caratterizzato dai due episodi di King Arthur: The Role-playing Wargame, giochi per PC sviluppati da Neocore Games per Microsoft Windows. Riuscito ibrido tra gioco di ruolo e gioco in stile total war, King Arthur ha riscosso ottimi riscontri di pubblico e di critica e il primo capitolo si è in fretta ampliato con cinque nuove espansioni, con vicende ambientate anch’esse a Camelot e dintorni.
Chiudiamo la nostra rassegna cronologica con due recentissimi titoli targati ancora una volta Neocore Games: King Arthur: Knight’s Tale e King Arthur: Legion IX. Il primo, uscito nel 2022, è il gioco principale e rivisita l’epopea arturiana in chiave dark fantasy. Nei panni del famigerato Mordred, il giocatore dovrà guidare il suo piccolo gruppo di cavalieri verso la gloria.
Il game playing è quello dei classici RPG a turni e, al contrario dei giochi di Neocore dello scorso decennio, in questo caso il focus è puntato sulle battaglie tra pochi partecipanti invece che sugli scontri tra eserciti completi.
Legion IX, espansione stand alone di Knight’s Tale arrivata a giugno di quest’anno, mantiene inalterata la modalità di gioco e va verso una semplificazione e uno “snellimento” del capitolo principale. Ci sono meno opzioni tra cui scegliere, meno linee di sviluppo possibili per i personaggi e molta più velocità e azione. Il consiglio per gli amanti del genere è quindi quello di giocarli in rigoroso ordine di uscita.