La vita dei nostri antenati nell’antica Roma era per certi versi molto simile alla nostra: dopo lunghe ore di lavoro anche i romani amavano infatti dedicare del tempo a svaghi e hobby. Se oggi è facile passare il tempo libero attaccati allo smartphone o davanti alla tv, in mancanza di queste tecnologie i romani inventarono diversi tipi di giochi e di spettacoli, alcuni dei quali sono considerati gli antenati di sport e di forme di intrattenimento molto comuni ancora oggi e le cui caratteristiche possono essere approfondite grazie a libri come Giochi e giocattoli a Roma, edito da Mondadori Electa e disponibile su IBS.
Gare, combattimenti e spettacoli
Una cosa è certa: i romani di qualsiasi età e ceto sociale amavano assistere a spettacoli, gare e combattimenti. Se pensiamo infatti all’intrattenimento nell’antica Roma la prima forma a venirci in mente è senza dubbio quella sanguinosa delle lotte dei gladiatori, di probabile origine etrusca, che vedeva combattenti professionisti battersi tra loro o contro animali pericolosi in un’arena. Il fascino esercitato dai gladiatori è forte ancora oggi, tanto che sono stati dedicati loro film dai enorme successo come Il gladiatore e serie tv che raccontano la vita di questi lottatori come Spartacus, prodotta da Starz e disponibile su Netflix.
Il livello di adrenalina era piuttosto alto anche durante le corse dei carri, spesso quadrighe, che avevano luogo in stadi costruiti ad hoc come il Circo Massimo di Roma. Aperti a tutti, i circhi mettevano a disposizione posti gratuiti per i più poveri, mentre i ricchi dovevano pagare una sorta di biglietto per godere di una postazione più comoda. La pericolosità di queste gare, caratterizzate da frequenti scontri e dall’impossibilità degli auriga di scendere dal carro in caso di emergenza a causa delle redini legate intorno alla vita, è stata ben rappresentata nel colossal di genere peplum Ben-Hur del 1959 acquistabile ancora oggi in DVD sul portale di LaFeltrinelli.
Se corse e combattimenti possono dare ai romani una nomea di amanti del sangue e del pericolo, questo popolo era anche un grande amante dell’arte e della letteratura. Durante i banchetti dei più ricchi non era raro assistere a recite ad alta voce di poesie e poemi e ancora oggi ci sono arrivati diversi esempi di eccelsa drammaturgia risalente alla Roma antica. Ispirandosi inizialmente agli autori teatrali greci, i drammaturghi e commediografi romani, come Terenzio e Plauto pubblicati oggi da case editrici come Einaudi, si specializzarono nella scrittura di tragedie, commedie e satira politica, la più amata dal popolo. Come nel caso dei giochi e delle gare sportive, anche l’accesso agli spettacoli teatrali era aperto a tutti e spesso questi avevano luogo in concomitanza con giochi e feste religiose.
Giochi e sport
Essere intrattenuti da gare e spettacoli può essere un bel modo di passare il tempo libero, ma i romani non disdegnavano nemmeno attività minori che stimolavano mente e corpo come lo sport e i giochi.
Come ci spiega un articolo pubblicato su Amanti della Storia, non si può parlare dei giochi dell’antica Roma senza parlare del tanto amato gioco d’azzardo. I dadi erano i più utilizzati per le scommesse e avevano sei facce ed erano lanciati a coppie o tre per volta. Se la roulette moderna nacque in Francia nel XVII secolo, come racconta la pagina dedicata a questo gioco di Betway Casinò, molti secoli prima tra i legionari andava di moda un gioco che potrebbe essere considerato l’antenato di quello francese. Come nella roulette anche i romani facevano infatti girare una ruota, o uno scudo, con una freccia posta al centro scommettendo sulla posizione che questa avrebbe raggiunto quando si sarebbe fermata.
L’amore dei romani per i giochi è testimoniato anche dai tantissimi i giochi di società di origine romana di cui siamo a conoscenza e che sembrano aver ispirato alcune delle forme di intrattenimento odierne più amate. Simile al nostro tris era il terni lapilli, giocato però su una plancia a forma di ruota. Ricordava un po’ i nostri scacchi il ludus latrunculorum, in cui le pedine rappresentavano due eserciti l’uno contro l’altro da far avanzare su una scacchiera e le cui regole, come spiega a fondo un articolo di La Cooltura, erano complesse e sono ancora in parte avvolte nel mistero. La tabula, il cui obiettivo era quello di far avanzare le pedine dopo aver lanciato tre dadi, sembra invece essere uno degli antenati del backgammon, gioco oggi talmente amato da essere venduto anche in costose edizioni deluxe su Dal Negro.
I romani erano anche grandi sportivi e si dilettavano con diversi giochi con la palla che ricordano alcuni degli sport giocati oggi. L’harpastum è un gioco che ricorda l’odierna pallamano e ha elementi simili al rugby che veniva giocato da due squadre composte da nove o trenta giocatori e che era utilizzato frequentemente come una forma di allenamento per soldati e gladiatori. Era simile alla pallavolo invece il follis, che prendeva il nome dalla palla di pelle che veniva utilizzata. Forse importato dalla Grecia, dove pare che i giochi con la palla fossero molto amati, il follis veniva praticato colpendo la palla in diversi modi con mani e braccia o indossando un particolare guanto. Servivano infine tre giocatori per giocare al trigon, anch’esso di origine greca, che, dopo essersi posti come ai vertici di un triangolo, dovevano passarsi la palla afferrandola con la mano destra e lanciandola con la sinistra.
Il mondo degli antichi romani era molto complesso, caratterizzato da una forte spinta culturale, politica e artistica. Anche il mondo dell’intrattenimento ebbe un periodo di fioritura grazie all’amore dei nostri antenati per corse, combattimenti tra gladiatori ma anche giochi di società e sport con la palla a cui giocare con amici e parenti.