Oggi 10 Febbraio è il giorno del ricordo delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. A ripetute ondate, tra il 1943 e il 1953, oltre 20.000 persone in Istria, Quarnero e Dalmazia furono barbaramente uccise da parte delle truppe titine, spesso solo perché italiane. Le esecuzioni di massa furono eseguite in campi di concentramento o “infoibando” le vittime.
A causa di questi massacri, dell’annessione jugoslava della propria terra e delle forti pressioni titine in tal senso, circa 350.000 italiani furono costretti a lasciare il suolo natìo e a rifugiarsi nell’Italia come oggi la conosciamo.
Manifestazioini in ricordo dell’eccidio anche a Latina
Il Blocco Studentesco, in occasione della giornata del ricordo in onore dei Martiri delle Foibe, ha organizzato in collaborazione con gli istituti superiori di Latina un corteo commemorativo. La partenza è prevista per le ore 9 dall’istituto V.Veneto per concludersi al Monumento in ricordo delle vittime dell’eccidio titino al Villaggio Trieste.
Negli ultimi anni molto è cambiato perché nulla cambi. La verità storica, che ha mosso i suoi primi timidi passi, continua ad essere negata da una fazione ideologica che trova significative sponde anche in ampi segmenti istituzionali e della cosiddetta “vita culturale”, insabbiata con troppa disinvoltura mediante la censura storica o la minimizzazione dei tragici eventi che dall’8 settembre 1943 in poi colpirono la comunità italiana di Istria, Dalmazia e Friuli-Venezia Giulia.
In un’Italia ammorbata da scandali e moralismo, in cui si impone come accettabile solo una rilettura “morbida” di una delle più grandi tragedie vissute dal nostro popolo; in una terra ai limiti del collasso, in cui nonostante i continui assalti perpetrati alla sovranità da governi tecnici e organismi sovranazionali forze fresche hanno deciso di alzare la testa, non dimenticare è un atto rivoluzionario che intende contribuire a riscattare la memoria tradita delle migliaia di Italiani infoibati dalla furia slavo-comunista.
È scandaloso che a più di mezzo secolo dalla fine della Seconda Guerra Mondiale ricercare e affermare la verità storica sia da più parti considerato alla stregua di un reato d’opinione. È aberrante che i più giovani ignorino, per deficit didattico e talora ostruzionismo di una classe docente ideologizzata, la portata devastante della pulizia etnica perpetrata ai danni della popolazione italiana del Nord-Est, con rastrellamenti, deportazioni, torture e esodi di massa.