Una donna pontina di 52 anni è stata trovata senza vita nella sua cella nel carcere femminile di Rebibbia. Il decesso è l’ultimo di una serie di suicidi che hanno segnato il sistema carcerario italiano. La donna stava scontando una lunga pena per tentato omicidio.
La sua storia, secondo il Garante dei detenuti, è un tragico esempio di solitudine e disperazione. Il suo gesto estremo mette in luce le drammatiche carenze del sistema carcerario, incapace di offrire le risposte sociali necessarie a persone che spesso arrivano in prigione dopo un’esistenza già ai margini.
L’episodio per cui era stata condannata risale al 2020: un accoltellamento a seguito di futili motivi. Il Garante ha sottolineato come l’affollamento in carcere, in particolare nella struttura femminile di Rebibbia che opera al 150% della sua capienza, non faccia che peggiorare una situazione già critica, contribuendo a un clima di forte disagio e alienazione. Le autorità hanno aperto un’indagine per fare piena luce sulle circostanze della morte.








