Quattro mesi dopo quel tragico pomeriggio di giugno sulla Litoranea, quando Simone Besco perse la vita travolto da un bus del Cotral, Sabaudia sceglie di ricordarlo con un gesto semplice ma pieno di significato.
I suoi amici hanno realizzato una mattonella commemorativa e l’hanno posizionata su una panchina alle spalle del Municipio, il luogo dove, trascorrevano insieme pomeriggi e serate, tra risate, musica e sogni.
Non una targa, non un monumento. Solo una mattonella, fragile e resistente insieme, come i ricordi più belli.
Un piccolo frammento di memoria che racconta una vita spezzata troppo presto, ma anche la forza di un legame che continua a esistere, nonostante tutto.
Chi passerà da quella panchina troverà un segno discreto, ma capace di parlare a chi sa ascoltare: un nome inciso, un messaggio, un sorriso che non si è spento.
Gli amici di Simone non hanno voluto cerimonie o parole ufficiali. Hanno voluto un simbolo quotidiano, un posto in cui potersi ritrovare, come facevano una volta.
Lì dove la città respira, dietro il Municipio, c’è ora un angolo che profuma di amicizia e nostalgia, un piccolo santuario laico dove ognuno può sedersi e ricordare.
Sabaudia, in silenzio, abbraccia il suo ragazzo.
E quella mattonella dedicata a Simone Besco diventa un punto di luce, un modo per dire che certe presenze non svaniscono: restano nei luoghi, nei gesti e nelle persone che continuano a pronunciare il suo nome con affetto.
Perché i veri amici non lasciano andare, costruiscono ponti tra ciò che è stato e ciò che continua a essere.
E oggi, in quella panchina, Sabaudia ritrova Simone.







