Il Comune di Latina si appresta a riprendere la gestione della riscossione dei rifiuti, ridimensionando ruolo e compiti della Latina Ambiente, e allontana forse definitivamente l’incubo del dissesto finanziario.
Sono queste le evidenti conseguenze che potrebbero scaturire entro pochi giorni dal pronunciamento emesso lo scorso 9 febbraio dalla Corte dei Conti, sezione regionale di controllo per il Lazio, in seguito alla richiesta di parere avanzata dal Commissario straordinario del Comune di Latina, Guido Nardone, il 2 agosto 2010. Nardone si era trovato davanti al nodo delle contestata delibera comunale del passaggio dalla Tarsu (tassa sui rifiuti urbani) alla Tia (tariffa di igiene urbana) avvenuto, però, il 30 maggio 2006, cioè un giorno dopo il decreto legislativo che ha assoggettato la raccolta e smaltimento rifiuti al regime tariffario della cosiddetta Tia2 (tariffa di igiene ambientale integrata). Come noto, il passaggio alla Tia aveva comportato anche l’esternalizzazione della riscossione della Tia alla Latina Ambiente, società mista con prevalente capitale pubblico, del Comune di Latina, e anche l’applicazione dell’Iva sulle fatture emesse dalla Latina Ambiente. Su questi due punti, cioè delibera approvata fuori in ritardo e applicazione dell’Iva che, invece, non era dovuta per la Tarsu, ci sono stati diversi ricorsi da parte dei cittadini, con pronunciamenti solo in parte favorevoli ai cittadini da parte delle Commissioni tributarie di Latina. Per questo la fatturazione del 2010 era stata bloccata in attesa di chiarimenti, anche perché nel caso in cui i ricorsi contro il passaggio da Tarsu a Tia fossero andati tutti a buon fine, il Comune sarebbe stato costretto a rifatturare gli anni dal 2006 al 2010 con la Tarsu e rimborsare la differenza tra le due tariffe per diversi milioni di euro. Da qui, naturalmente, il rischio di dissesto del Comune stesso. Nardone aveva posto istanza alla Corte dei Conti chiedendo parere sulla legittimità della delibera comunale istitutiva della Tia. La Corte dei Conti, con la deliberazione n. 7/2011 (magistrato relatore Maria Luisa Romano, presidente Vittorio Zambrano) ha stabilito di non potersi pronunciare nel merito, anche per lasciare campo ai giudizi in corso, ma ha comunque voluto esprimere un parere «in via di mera collaborazione», rilevando «l’obiettiva difficoltà e delicatezza delle scelte che l’amministrazione si trova oggi ad affrontare, per porre efficacemente rimedio ad una situazione nella quale si è venuta di fatto a trovare in ragione di decisione passate non sufficientemente meditate». Quindi, rilevando poi come la normativa di settore abbia avuto numerosi cambiamenti e di fronte al dilemma se ritirare la delibera istituiva della Tia, e procedendo ad un notevole esborso del differenziale tra Tarsu e Tia, oppure non ritirare la delibera e rischiare i rimborsi derivanti da contenziosi persi, la Corte sostiene che «la soluzione ottimale non può che essere cercata in concreto, contemperando e soppesando tutti gli elementi a disposizione dell’Amministrazione, mediante comportamenti prudenti e motivati, ragionevolmente ispirati a contenere il sacrificio che da questa situazione potrebbe derivare alle finanze comunali e alle aspettative legittime della collettività amministrata». Dato questo «suggerimento» gli uffici del Commissario Nardone hanno individuato la soluzione: passare alla Tia2 a partire dal 1 gennaio 2011, possibile entro l’approvazione del bilancio di previsione al 31 marzo 2011, manovra che consentirebbe di lasciare inalterato il regime tariffario della Tia, quindi con applicazione dell’Iva sulle bollette, cosa che invece non era ammessa con la Tia1, e superare definitivamente i problemi legati alla presunta illegittimità del passaggio da Tarsu a Tia per decorrenza dei termini. Ma, soprattutto, la riscossione della tariffa tornerà in mano al Comune, i cui uffici preposti hanno dato prova di competenza, sottraendola alla Latina Ambiente. Alla società resterebbe l’affidamento della raccolta, anche se le inchieste in corso sulla società mista potrebbero pregiudicare il rapporto con il Comune di Latina.
Fabio Benvenuti dal Corriere Pontino del 16 febbraio 2011