“Credo che il caso di Latina, dove una ragazza napoletana è stata uccisa a coltellate dall’ex convivente, agli arresti domiciliari, dopo che era stato in carcere 5 mesi proprio per aver tentato di ucciderla un anno fa, ci debba far seriamente riflettere sulla scelta che hanno fatto i magistrati di concedere gli arresti domiciliari sulla base quindi di una valutazione che si è rivelata purtroppo errata di non pericolosità del soggetto e di assenza di rischi di reiterazione di reato”. A dichiararlo in una interrogazione parlamentare presentata al ministro della giustizia Angelino Alfano è il vicepresidente dei deputati della Lega Nord, Carolina Lussana. “Le leggi ci sono, ma è poi compito della magistratura applicarle in modo rigido e senza sconti per nessuno, soprattutto, di fronte ad un reato così grave e aberrante come la violenza sulle donne che tra l’altro ha un alto tasso di recidività – continua l’esponente leghista -. Mi chiedo come sia possibile che una persona, condannata per tentato omicidio possa usufruire degli arresti domiciliari dopo appena 5 mesi di carcere. Chiedo al Ministro Angelino Alfano di portare avanti su questo caso iniziative di sua competenza e che il Csm avvii l’istruttoria per valutare il comportamento dei magistrati e per attivare un provvedimento disciplinare sanzionatorio ove necessario”.
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