Più di un anno di indagini, ma alla fine le forze dell’ordine sono andate a dama per sgominare una banda di falsificatori che aveva tessuto le sue trame in tutto l’hinterland sudmetropolitano, da Velletri a Nettuno, da Aprilia a Pomezia, persino a Sabaudia nel basso pontino, per estendere i suoi confini poi fino a Macerata, Brindisi, Taranto e Modena. Il Nucleo Speciale di Polizia valutaria, nell’ambito dell’operazione coordinata dal sostituto procuratore di Velletri Giovanni Taglialatela, ha sgominato una banda capace di gestire un laboratorio all’avanguardia specializzato nella contraffazione di banconote di piccolo taglio, documenti, assegni, persino timbri degli enti locali. Alla fine le indagini hanno portato ad una maxiretata, l’arresto di undici persone, la perquisizione domiciliare di 30 appartamenti e la denuncia di 36 persone per associazione a delinquere finalizzata alla contraffazione di documenti di pubblica certificazione e allo spaccio di banconote false. Il sequestro operato dalle forze dell’ordine è sorprendente: 1334 «pezzi» da venti euro praticamente identici agli originali ma clamorosamente falsi, insieme a patenti di guida contraffatte, carte di circolazione false, timbri falsi di enti pubblici, carte d’identità bianche o con numerazione ed indicazione del Comune e della data di scadenza, carnet di assegni firmati in bianco, applicazioni informatiche necessarie per la falsificazione di documenti di certificazione varia. Nell’ambito della stessa operazione sono state sequestrate anche auto (persino una Ferrari) e moto di lusso intestate ai soggetti arrestati. Un’intera organizzazione criminale operante nel basso litorale romano, con legami nell’area napoletana, appare oggi smantellata: l’imponente sodalizio criminale, oltre alla produzione della merce contraffatta con strumenti tecnologicamente avanzati provvedeva, come detto, anche alla successiva distribuzione. Le vittime erano soprattutto ignari commercianti che si vedevano truffati perché pagati con carta straccia o con assegni a vuoto.
Giuseppe Zaccone dal Corriere Pontino del 3 marzo 2011