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Pioggia e misure anti-Covid: la straziante situazione al plesso scolastico di Borgo Faiti a Latina

Redazione by Redazione
16 Ottobre 2020
in Latina
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Pioggia e misure anti-Covid: la straziante situazione al plesso scolastico di Borgo Faiti a Latina
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Anno scolastico nuovo ma storia vecchia, anzi peggiore. Non sembra esserci pace per il XII istituto comprensivo di Borgo Faiti, precedentemente sotto la presidenza di Mariana Aramini e finito da quest’anno scolastico sotto la gestione della Dottoressa Maria Ponticiello.

Problemi vecchi che sono stati ampliati dalle misure anticovid19, creando così una situazione a dir poco surreale: basta infatti una minima pioggia per creare una larga piscina d’acqua al di fuori dell’unico ingresso disponibile alla struttura, con poi la presenza di ulteriori buche d’acqua una volta oltrepassato il cancello. Situazione che ovviamente diventa ingestibile sotto una maggior caduta d’acqua, non essendoci caditoie utili a far defluire il tutto. A farne le spese maggiori sono i bambini, costretti a passare in queste piscine bagnandosi scarpe, pantaloni, zaini e conseguentemente le merende o oggetti al loro interno.

Oltre il danno ovviamente c’è anche la beffa: i bambini infatti, da protocollo, devono entrare uno ad uno nel cortile dove sono attesi dalle rispettive maestre che, con un cartello, indicano la classe chiamata a raccolta per poi condurre tutti gli studenti nelle proprie aule con percorsi differenziati nel massimo rispetto delle normative, ma che possono venire meno all’esterno dei cancelli per via del poco spazio non invaso dall’acqua.

In caso di pioggia però, l’attesa nel cortile della struttura per la formazione completa della determinata classe viene eseguito al manifestarsi della precipitazione, con il consiglio di non far utilizzare ombrelli agli studenti ma semplici mantelline. Il tutto, unito alla pozza presente all’ingresso e alle successive buche, fa arrivare i bambini in aula in condizioni pessime, luogo dove peraltro vengono continuamente tenute le finestre aperte per ricircolo dell’aria. Risultato? Che costantemente vengono chiamati i genitori per il recupero dei propri figli a causa di uno starnuto o uno strofinamento di naso, causando così anche una potenziale problematica ai genitori per il recupero del proprio figlio.

Ogni mattina si assiste così ad una calca di adulti e bambini sul piccolo marciapiede, oppure a genitori che prendono in braccio il loro bambino camminando così loro all’interno della piscina o, nel peggiore dei casi, ai bambini che inevitabilmente si ritrovano a passare in questa. Situazione che sta diventando sempre più insostenibile e che chiede un’attivazione da parte della Dirigente o delle autorità competenti. La situazione infatti era largamente prevedibile, con i rappresentanti d’istituto che avevano già segnalato in anticipo questa problematica, così come fatto anche negli anni scorsi.

Ovviamente, indietro negli anni, vi era la possibilità di oltrepassare il cancello anche da parte dei genitori e il non fermarsi lì dei suddetti e degli studenti, creando una situazione meno problematica. Adesso invece viene concentrato lì l’ingresso degli studenti di elementari e medie, mentre vengono chiamati da maestre e professori, e dei genitori che provano ad evitare il più possibile ai loro figli di entrare in classe totalmente bagnati.

Genitori che si sono già fatti protagonisti di varie richieste di intervento e di proposte effettive, come quella di installare delle strutture all’esterno capaci di far raggruppare le classi in totale sicurezza dal Covid19 ma anche dalle piogge. In cambio hanno ricevuto al momento solo non risposte o risposte negative, aumentando così il malcontento di una comunità che da anni si sente abbandonata. Il problema di un unico ingresso in queste situazioni è ampliato infatti dalla presenza di un vero e proprio relitto che blocca il secondo ingresso della scuola, che in origine veniva utilizzato principalmente dagli studenti delle medie e permetteva un miglior deflusso anche per gli studenti delle elementari. Autorizzazione ad una ditta di Roma datata 22 ottobre 2009 e durata dei lavori indicata di 276 giorni.

La realtà invece mostra lavori fermi da 5 anni con un vero cantiere a cielo aperto e facilmente raggiungibile una volta all’interno della struttura scolastica a rischio e pericolo degli studenti, provocante anche danni ai residenti della zona: in caso di pioggia, quello che resta della costruzione che doveva rappresentare l’ampliamento del plesso scolastico si trasforma in una grande piscina che poi riversa la sua acqua nella vicina abitazione creando danni alle pavimentazioni e trasporto di fango. Abbandono però che è ritrovabile anche all’interno della struttura ospitante gli studenti, con classi che presentano infiltrazioni d’acqua e muffa e che di certo non giovano alla salute degli stessi.

Nella giornata di mercoledì 14 ottobre, l’assessore al bilancio, finanze, tributi e pubblica istruzione Gianmarco Proietti ha deciso di venire ad ascoltare le problematiche poste dai genitori e proponendo quella che da sempre sembra la soluzione più logica, ovvero l’installazione di una passarella mobile nei giorni di pioggia in modo da permettere quantomeno un ingresso a scuola dignitoso, per poi cercare di comprendere con la dirigente scolastica cosa poter fare riguardo l’attesa a cielo aperto degli studenti anche nei giorni di pioggia.

Al momento però rimangono solo parole che i genitori ascoltano da anni ed una situazione che crea disagio soprattutto ai bambini, costretti a restare in aula ore e ore con indumenti bagnati, aumentando così potenzialmente il loro rischio di influenze e successivi giorni di lezioni persi per via della paura che quel semplice starnuto rappresenti qualcosa di più. I genitori non stanno chiedendo la luna, ma semplice ascolto da parte della Dirigente scolastica e delle istituzioni per l’attuazione di piccole accortezze volte a migliorare l’ingresso in una struttura che rappresenta il cuore della vita e formazione di ogni bambino, che non deve trasformarsi in un malessere ricorrente tra pozzanghere e manutenzione claudicante della struttura.

È giunto il momento di non dimostrare più l’abbandono di questa comunità.

Gabriele Michelazzo

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